Di rientro dalle vacanze gli studenti dovranno studiare per l’appello di settembre, spesso usato per preparare un esame sotto l’ombrellone, o forse no? Infatti oggi, lunedì 28 agosto, inizia lo sciopero di 5.444 professori e ricercatori di 79 diverse università italiane, finalizzato a denunciare il blocco degli scatti salariali del periodo 2011-2015. L’iniziativa si protrarrà sino al 31 ottobre, facendo saltare così la sessione autunnale degli appelli. “Tutti gli esami corrispondenti – si legge nella lettera della proclamazione dello sciopero firmata dai professori – verranno spostati all’appello successivo, che si terrà regolarmente”.
Alla base dello sciopero lo sblocco degli scatti allo stipendio dal 1 gennaio 2016 e il riconoscimento dei loro effetti giuridici. La vicenda scatenante il malcontento della categoria, alle cui spalle non c’è nessun sindacato o organizzazione, si protrae da tempo “ed è conseguenza – si legge ancora sulla lettera – di una vertenza che si trascina senza esito apprezzabile fin dal 2014”.
Le ripercussioni sugli studenti saranno inevitabili, ma per cercare di non danneggiarli sono stati previsti alcuni limiti allo sciopero. L’astensione non può infatti durare più di 24 ore, in modo da annullare solo uno dei tre appelli previsti solitamente. Negli atenei in cui è previsto un solo appello, esso viene comunque garantito. “Riteniamo le rivendicazioni di questo sciopero più che legittime – avevano dichiarato gli studenti dell’Unione degli Universitari a luglio – Ma riteniamo sbagliata l’uso dell’astensione dagli esami di profitto, queste battaglie si fanno uniti e non divisi”.
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