Docenti, al Nord ne mancano 22mila mentre al Sud sono in eccesso

In Italia dal 2015 a oggi sono stati assunti a tempo indeterminato circa 150mila docenti, ma 22mila cattedre restano scoperte e anche quest’anno sono state assegnate ad altrettanti supplenti. Il paradosso è raccontato dal Sole 24Ore che traccia anche l’identikit di questo esercito di prof: insegnano al Nord, soprattutto nelle scuole medie e superiori lombarde, piemontesi, venete, toscane. Il fatto è che al Nord ci sono più alunni e non abbastanza docenti, che, peraltro, per l’80% hanno una residenza al Sud. Fa riflettere il caso limite registrato in Lombardia: su 12.700 cattedre da assegnare a un insegnante di ruolo, ben 8.240 sono rimaste vuote.

La difficoltà è stata quella di reperire “candidati”: nelle graduatorie a esaurimento ormai le classi di concorso più gettonate al Settentrione hanno esaurito gli iscritti (tutti assunti a tempo indeterminato anche grazie alle immissioni degli ultimi anni). E anche i semplici abilitati sono merce rarissima: lo testimoniano i pochissimi partecipanti all’ultimo “concorsone” bandito nel 2016. Mancano all’appello soprattutto insegnanti di Matematica e Scienze. In Piemonte erano disponibili 552 posti per queste materie, ma alla selezione si sono presentati solo 383 candidati (hanno superato le prove in 271, e oggi sono di ruolo nelle scuole). Situazione opposta al Sud: qui i candidati dello scorso anno sono stati in numero superiore ai posti disponibili (peraltro, nel Mezzogiorno tra il 2015/2016 e il 2017/2018 gli alunni sono diminuiti di ben 91.396 unità, riducendo la necessità di cattedre). Inoltre 22.087 cattedre saranno coperti con supplenze lunghe (il docente porterà la classe avanti fino alla fine dell’anno) e assegnazioni provvisorie.

Su un altro fronte, quello delle supplenze, benché il fenomeno resista sembra che quest’anno gli incarichi “lunghi” si attesteranno a circa 82.500 unità, comprese le 40mila deroghe sul sostegno; un numero elevato, ma inferiore ai 125.211 supplenti presenti in classe lo scorso anno. E comunque per la prima volta si scende sotto le 100mila unità. Anche il giro di vite sulle assegnazioni provvisorie (gli spostamenti vicino casa) ha sortito i suoi frutti: quest’anno hanno cambiato istituto 12.100 docenti, in calo rispetto ai circa 30mila insegnanti del 2015/2016.

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