Una parola per descriverla

Difficile scrivere mentre fuori gruppi di ragazzi passano sotto la mia finestra facendo festa. Piano piano mi sto abituando alla movida murciana anche se, a dispetto di quello che si può pensare, non è sempre facile. Cosi se dovessi scegliere una parola per descrivere questa città, probabilmente userei “festa” o “calore“, una città calda ed accogliente dove ogni pretesto è buono per divertirsi in compagnia. Ma Murcia non è solo questo, ad esempio la cultura gastronomica è un’altra cosa che caratterizza molto la regione come anche le festività dei santi. Una festa particolare a cui ho avuto fortuna di partecipare fin da subito è stata la “Feria”: evento importante per i murciani poiché è la festa patronale della vergine de la Fuentesanta. Di solito la festa inizia i primi di settembre, per durare 13 giorni. Nelle piazze vengono allestiti dei chioschetti, li si possono trovare dai vini regionali alle specialità di Murcia, ma anche tanti dolci provenienti da ogni parte della Spagna, insomma un po’ come le nostre sagre di paese. Questa festa è di forte carattere popolare e affonda le sue radici nelle “ferias” del medioevo che venivano fatte soprattutto per lo scambio di prodotti e mercanzia oltre che per svago. Oggi la parte degli scambi commerciali è andata perdendosi, tuttavia si possono ancora comprare i prodotti che assaggiamo dalle bancarelle, come ad esempio i vini rossi, in spagnolo chiamati “tinti”, come il Jumilla e lo Yecla o il Bullas, senza dimenticare la birra Estrella prodotta direttamente a Murcia! Per il cibo posso dirvi che ho provato le famose “tapas” locali come la Marinera: molto famosa a Murcia, consiste in una ciambella piccola o un “colìn” (pan tostato) dove viene messa dell’insalata russa (un misto di patate, maionese, tonno e verdure) e sopra il tutto si colloca un’acciuga. Un’ altra specialità è il Pastel di carne, una ricetta tramandata di secolo in secolo fino ai musulmani, si tratta di una torta salata, anche se da fuori sembrerebbe una brioche per la sua pasta sfoglia, in realtà all’interno ha carne, uovo duro e chorizo. È molto buona, ma sopratutto sostanziosa quindi se siete delicati di stomaco vi consiglio di andarci piano almeno all’inizio. Come dolci ho provato il Paparajotes, ovviamente tipico di Murcia fatto con foglie di limone (che non dovete mangiare perché servono solo a dare gusto!) ricoperte con una pasta fatta con farina e uovo, la nostra pastella diciamo. Il tutto viene fritto e spolverato alla fine con zucchero e cannella. Non è un dolce particolare però sicuramente va provato!

 
 
 
 

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