Manifestazione 13 ottobre, da Palermo a Milano studenti in sciopero: "Mai più sfruttati in alternanza"

Da Palermo a Bari, davanti la sede del Miur e per le vie della capitale, fin su seguendo l’Appennini fino a Milano. Cortei, manifestazioni, sciopero dell’alternanza scuola-lavoro. E ancora diritti d’accesso allo studio, reali fondi strutturali per rilanciare un’istruzione troppo spesso abbandonata a ste stessa; senza dimenticare uno Statuto dei diritti e doveri degli studenti in Alternanza sempre promesso dalla ministra Valeria Fedeli ma ora caduto nell’oblio di viale Trastevere. Sono migliai i giovani in tutta Italia, delle scuole superiori e dell’Università, che marciano, insieme, intonando slogan che si alternano da Sud a Nord: “No allo sfruttamento in alternanza”, “Scuola libera per tutti”, “Diritti non solo obblighi”.
Lo urlano da Bari dove gli studenti dell’Unione degli Studenti (Uds) sfilano con le tute blu, quelle stesse tute che ricordano altri autunni caldi,  un’altra storia con ben altri risvolti, ma ritornano le immagini degli studenti-operai di quegli anni. 
https://www.facebook.com/uds.studenti/videos/10155527038106023/
 
I numeri di come gi studenti percepiscono l’alternanza rilbalzano spesso in questi giorno e ormai li conosciamo a memoria: il 57% la boccia per i percorsi non rispettati, il 38% ha dovuto pagare gli spostamenti anche fino a cifre di 500 euro. 1 su 4 non è seguito dai tutor aziendali e il 15% viene lasciato a se stesso, con le conseguenze anche gravi come l’incidente dello studente di un istituto tecnico finito sotto un muletto. L’obbligatorietà del percorso, introdotto con la legge 107, è di 200 ore di attività in azienda per i liceali e 400 per gli studenti iscritti nei tecnici e professionali da completare nell’arco dell’ultimo triennio di studi.
“Ma il problema non è solo questo, c’è infatti il nodo edilizia”, dicono da Cagliari gli studenti di Uds e Eureka. Gli studenti denunciano che al Liceo Alberti una delle sedi è a rischio crollo. E che al Liceo artistico Foiso Fois (ma questo vale anche per altri istituti) la regola è la divisione in plessi, spesso lontanissimi tra di loro. “Abbiamo chiesto un incontro con la Regione per cercare delle soluzioni – racconta Agnese – Sappiamo che è un grosso problema, soprattutto per i pendolari”. E infatti un gruppo intona subito un coro: “Siamo noi, siamo noi gli studenti senza sede siamo noi”.
Un altro corteo, sempre contro l’alternanza scuola-lavoro, è partito sempre questa mattina da piazza Repubblica. Centinaia di ragazzi hanno attraversato la città per poi fermarsi davanti al Consiglio regionale per ascoltare racconti e testimonianze di chi ha partecipato a progetti di alternanza lavoro non proprio graditi. Nel mirino la ministra Valeria Fedeli: “Chi non salta la Fedeli è”, gridano. “Non vogliamo abolire l’alternanza – spiega il coordinatore regionale Francesco Ara – pretendiamo però che gli studenti vengano coinvolti nelle decisioni che li riguardano”.
 
https://www.facebook.com/uds.studenti/videos/10155526923611023/
Anche la Rete degli studenti medi è scesa in piazza insieme agli studenti universitari dell’Udu. Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete parla di “scuola in cui costruire una società più giusta ed equa”, in cui “educare alla convivenza e all’integrazione” e dove combattere “le ingiustizie che ogni gorno diventano fatti di cronaca”. Mentre Elisa Marchetti dell’Unione degli Universitari parla di “Università aperta e di massa che metta al centro lo studente, non asservita alle necessità del mercato, nella didattica come nella ricerca. Dobbiamo archiviare la falsa retorica del merito che si è tradottato soltanto in meno istruzione”. 
 
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