Università, fino a 75 euro in più alle borse di dottorato nella Legge di Bilancio

C’è l’aumento per le borse dei dottorati nella legge di Bilancio. Prima della presentazione ufficiale lunedì in Senato, il ministero dell’Istruzione ha trovato l’accordo con il Mef e le risorse: 15 milioni di euro, a partire dal 2018, per il triennale post-laurea. Per le singole borse, che nella maggior parte degli atenei viaggiano da dieci anni sulla cifra di 12.241,89 euro netti l’anno (1.020,11 euro mensili), si può prefigurare un aumento fino a 75 euro netti. Le singole università, successivamente, potranno aggiungere poste in proprio (l’ultima in ordine cronologico a farlo è stato l’ateneo di Foggia, prima al Sud: 200 euro in più). 
I 20.700 dottorandi italiani sono il fanalino di cosa per la retribuzione di borsa, una criticità più volte denunciata dall’Associazione Dottorandi Italiani (ADI) con la campagna “La Borsa e la vita” e il rappresentante della categoria nel Senato accademico della Statale di Milano, Giulio Formenti. Il finanziamento servirà a compensare la crescita delle aliquote contributive, annunciate per il 2008 oltre il 34 per cento. “L’aumento della borsa e la conferma di un piano straordinario per il reclutamento di 1.611 ricercatori universitari sono un deciso segnale di attenzione nei confronti dei dottorandi e dei precari della ricerca – afferma Giuseppe Montalbano, segretario dell’associazione -. Ora dobbiamo abolire definitivamente la tassazione per i dottorandi borsisti e la garanzia di un budget per la mobilità di quelli senza borsa”. 
Cinque milioni dei quindici sono stati sottratti ai 75 milioni previsti per il Fondo “cattedre Natta”, nato su spinta dell’ex premier Matteo Renzi per richiamare cinquecento docenti eccellenti. Nella Legge di stabilità ci sono anche i 10 milioni per l’aumento delle borse di studio degli universitari, a decorrere dal 2018. Una cifra che la maggioranza proverà a far crescere durante la discussione parlamentare dopo l’allarme lanciato dagli studenti per la scarsità di risorse. Ma irrisoria rispetto il reale fabbisogno denunciato più volte dagli studenti: “10 milioni in più sono un primo segnale, ma ancora troppo piccolo – commenta Elisa Marchetti, coordinatrice dell’Unione degli universitari (Udu) – serve  aumentare di almeno 150 milioni il fondo statale per le borse di studio per eliminare gli idonei non beneficiari”. Un rapporto di 1 a 15 che non ferma l’emorragia dell’università italiana, sempre più cara e agli ultimi posti nelle classifiche europee per borse di studio. “Viene riconfermato il Bonus di 500 euro ai neo-diciottenni prevedendo un capitolo di spesa di 290 milioni – conferma Manfreda, coordinatore della Rete degli Studenti Medi -, fondi che come abbiamo detto più volte potrebbero essere invece destinati al fondo per il diritto allo studio che ammonta a soli 30 milioni”. Per questo il 17 novembre gli studenti scenderanno nelle piazze di tutta Italia per protestare. 
Confermata l’assunzione dei 1.611 ricercatori: 1.304 universitari (di tipo B) e 307 per gli Enti pubblici di ricerca. Rimodulate, e leggermente diminuite, le spese rispetto alla prima bozza: saranno 12 milioni nel 2018 e 76,5 milioni per il 2019. Sul fronte scatti stipendiali dei professori universitari  infine c’è uno spostamento di due anni in avanti dei costi da affrontare (una beffa per quei docenti vicini alla pensione che non riuscirebbero a recuperare i soldi perduti con il congelamento degli avanzamenti automatici tra il 2011 e il 2015). Si parte a conteggiare il nuovo scatto biennale dal gennaio 2018 e lo si incassa nel 2020, per quell’anno il governo prevede l’investimento dei primi 80 milioni. 

 
 
 
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