Alternanza scuola-lavoro: soddisfatti due studenti su tre

La maggioranza degli studenti italiani è soddisfatta dell’alternanza scuola-lavoro: un’esperienza positiva per due liceali su tre. Al di la delle proteste sulle modalità e sui diritti in Alternanza, il trend generale è positivo. A dirlo, la fotografia annuale scattata da AlmaDiploma, l’Associazione di scuole che vuole aiutare i diciottenni a scegliere l’università o a inserirsi nel mondo del lavoro. 
L’indagine realizzata da AlmaDiploma su chi ha conseguito la maturità nel luglio scorso, presentati ieri al Miur nel corso del XV Convegno nazionale, ha coinvolto in tutta Italia 45mila studenti (per il 55% liceali) con un questionario che, assieme ad altre indagini ormai è un appuntamento fisso. Il voto medio conseguito dai ragazzi è stato di 77 centesimi e solo 6 su cento hanno avuto il massimo, cento o cento e lode. Mentre uno su tre ha fatto esperienze di studio all’estero. A sperimentare l’alternanza scuola-lavoro è stato il 54 per cento del campione. Contrariamente a quanto emerge dalle cronache degli ultimi mesi, secondo l’Associazione, l’esperienza è stata apprezzata almeno da due studenti su tre. E i dati dimostrano che la soddisfazione è maggiore dove l’esperienza è più diffusa, soprattutto in tecnici e professionali.
Per l’85 per cento dei ragazzi di AlmaDiploma, l’esperienza è stata utile per la formazione, per l’88 per cento è stata organizzata in modo efficace e coerente (76%) con le materie studiate; i compiti sono stati assegnati in modo chiaro (91%). Fra gli studenti che hanno svolto questa esperienza, l’8% l’ha svolta almeno in parte all’estero, quota che va dal 7% dei tecnici e professionali all’11% dei licei. Un successo insomma. Anche se per un giudizio definitivo bisognerà attendere il 2018, quando andrà a regime l’obbligo di effettuare, nell’ultimo triennio, 200 ore al liceo e 400 in tecnici e professionali. L’indagine registra che ancora un terzo (il 34 per cento) dei diplomati, se potesse tornare indietro, cambierebbe indirizzo di studi. Un trend ancora alto che dimostra il deficit di orientamento in uscita dalle scuole medie e favorisce la dispersione e l’insuccesso scolastico. Idee decisamente più chiare per la scelta alla fine delle superiori: solo il 13 per cento è ancora indeciso se proseguire gli studi o affacciarsi al mondo del lavoro. Più indecisi (il 20 per cento) tra i ragazzi dei tecnici e dei professionali.
“L’orientamento è fondamentale – spiega Mauro Borsarini, presidente di AlmaDiploma – perché un capitale umano soddisfatto delle proprie scelte avrà maggiori occasioni di realizzarsi non solo a livello formativo ma anche professionale, e diventare una risorsa per il Paese. Ecco perché è importante fare valutazioni consapevoli già durante gli studi primari e secondari”. E secondo Renato Salsone, direttore di AlmaDiploma, “L’indagine mostra la necessità di una vera politica di ‘educazione alla scelta’. Oggi più che mai è necessario per le scuole dotarsi di strumenti efficaci per perseguire questo obiettivo in modo sistematico”. Il report, inoltre, conferma la segregazione degli studenti tra i diversi indirizzi in base alla condizione socio-economica e culturale della famiglia. “La quota di diplomati con genitori laureati è massima fra chi ha frequentato i licei classici (59%) e scientifici (43%), si riduce per istituti tecnici (14% tecnico tecnologico e 13% tecnico economico) e professionali (dall’11% del professionale per i servizi all’8% del professionale per l’industria e l’artigianato)”, spiega l’associazione. 

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Dottorati industriali, all'Università di Torino tre esperienze pilota

Next Article

Merry Christmas from Gent

Related Posts