"Perché lo fanno?". Ragazzo denuncia i bulli e la Rete si mobilita: solidarietà per Keaton

Metterci la faccia per dire no al bullismo. Lo ha fatto il giovane Keaton ripreso dalla madre in lacrime. “Perché lo fanno?”. Questa la domanda del giovane studente oggetto di vessazioni dai bulli della sua scuola. Perché se il mondo là fuori è duro, dentro le mura delle scuole non lo è di meno. E allora bisogna raccontarlo direttamente da chi subisce, come ha fatto Keaton, che piange a dirotto, con la voce spezzata, mentre descrive come i ragazzini della sua età si prendono gioco di lui nel modo più crudele, deridendolo e facendolo sentire sbagliato. 
 

”Se sono diverso non è colpa mia”, dice Keaton, studente di Knoxville (Tennessee), con tutto il coraggio che un bambino può trovare per dire la verità: “Mi dicono che sono brutto, che non ho amici”. E quando la madre chiede “cosa ti hanno fatto?” è un attimo immaginarli mentre passano alle mani, a mensa: “Mi hanno versato il latte addosso e messo il prosciutto nelle tasche”. Ma è solo la ciliegina sulla torta, ossia l’ennesimo ingrediente che ha reso Keaton un bambino ‘senza pelle’, indifeso e impaurito, terrorizzato anche solo al pensiero di mettere piede dove i suoi compagni e coetanei si ritrovano per mangiare assieme. In teoria, perché è proprio dal gruppo che ormai Keaton rifugge, e non certo per colpa sua. Per questo Kimberly Jones ha deciso di fare parlare suo figlio. E per gli stessi motivi la famiglia si è stretta attorno a lui senza chiudere i battenti: su Twitter anche la sorella di Keaton, Meg, fa da cassa di risonanza per sostenere il fratellino ritwittando i tanti messaggi di incoraggiamento.
Il video di Keaton è stato visto 18 milioni di volte in pochi giorni e ha richiamato l’attenzione di star e atleti. Ma non si tratta di uno show e neppure di un atto di presenza. L’hashtag #standwithkeaton è la mano che la rete ha teso verso Keaton, cercando di farlo sentire meno solo. Così come il crowdfunding aperto a sostegno della sua causa ha superato i 29mila dollari: tutti soldi raccolti pensando agli studi che potranno assicurare un futuro a Keaton. Tra loro anche i campioni delle Università del Tennessee e le cheerleaders dell’LSU, la cantante country Kelsea Ballerini (nata a Knoxville), l’ex campione delle corse di auto Dale Earnhardt Jr e Snoop Dogg. “Sappi che hai un amico per sempre” e “L’amore è l’unico modo per combattere l’odio” sono solo alcuni dei messaggi in bottiglia lanciati nel mare di tweet e post. Ma pronti per essere aperti e condivisi all’istante.


Meno di un mese fa ad Aurora, in Colorado, Ashawnty Davis si è tolta la vita. Aveva 10 anni. Un caso che sarebbe forse passato sotto silenzio oltreoceano se i social network non avessero condiviso la denuncia dei genitori: “E’ stata uccisa dal cyberbullismo”, hanno dichiarato ai media e scritto online. In quel caso, come accade spesso purtroppo, un video era stato usato dai compagni di scuola per mortificare la bambina e nulla era stato fatto per difenderla, a detta di famiglia e amici. Oggi invece Keaton può essere orgoglioso di essere visto da migliaia di utenti pronti a sostenere la sua causa e quella di tanti altri come lui. Un piccolo grande aiuto, anche se c’è ancora molto da fare. 

 
 
 
 

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