Al via il nuovo piano Anac contro l'Università dei baroni

Attenta vigilanza sui conflitti di interesse, rotazione degli incarichi, programmazione del reclutamento dei docenti. Al via il Piano nazionale anticorruzione dell’Anac, che dedica all’università una sezione ad hoc messa a punto dall’Authority di Raffaele Cantone in collaborazione con il Miur, per indicare agli atenei “come procedere nella individuazione dei rischi di corruzione, di mala amministrazione o di conflitto di interessi e di suggerire alcune possibili misure, organizzative e procedimentali, di prevenzione, la cui effettiva e definitiva configurazione è naturalmente rimessa alle stesse università e agli altri soggetti cui il documento è rivolto”. Il pacchetto di misure si estende anche alle università non statali “laddove, nello svolgimento delle attività di pubblico interesse, esse siano tenute al rispetto delle stesse regole applicabili alle università statali (ad esempio, per il reclutamento dei professori e ricercatori)”. Le misure, più che mai urgenti, arrivano dopo un 2017 macchiato da una multitudine di casi corruttivi nel mondo universitario: dai 29 prof universitari coinvolti nell’affaire delle cattedre universitarie, alle tangenti per i lavori nell’Università di Padova, fino ai 50 appalti truccati all’Università di Genova.
Passaggio cruciale è innanzitutto l’individuazione del responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza che dovrà verificare la presenza di conflitti di interesse, incompatibilità, inconferibilità di incarichi con la possibilità di accedere alle fonti informative interne e alle banche dati disponibili. Sul fronte della ricerca invece, “stante la frammentarietà del quadro dei finanziamenti e delle discipline speciali” l’Anac suggerisce di rafforzare le misure e gli strumenti di coordinamento già previsti e per quanto riguarda la valutazione ritiene opportuno ampliare, a fini di rotazione, il numero dei valutatori (“assicurando tuttavia un loro profilo qualitativo”) e prevedere misure di trasparenza sulle procedure di formazione delle Commissioni (ad es. esplicitandone i criteri di scelta). Un fattore di rischio che può esporre gli atenei a pressioni indebite si riscontra, secondo l’Anac, laddove non venga predisposta un’adeguata programmazione dei reclutamenti, sia a livello di ateneo che di dipartimento. E dunque l’Authority tra le possibili misure, oltre a piani triennali per la programmazione del reclutamento del personale, include quella di rendere trasparenti le motivazioni delle scelte effettuate, “anche facendo conoscere le ragioni della mancata attivazione di alcuni insegnamenti”.
Ritiene inoltre opportuno includere tra le situazioni genetiche dell’incompatibilità anche il rapporto di convivenza more uxorio. Per quanto riguarda la composizione delle commissioni giudicatrici, si raccomanda alle università di prevedere nei propri regolamenti che “le commissioni per il reclutamento dei ricercatori e dei professori associati siano composte di almeno tre membri in maggioranza esterni e, per il reclutamento dei professori ordinari, di almeno cinque membri di cui uno solo interno”. Attenzione viene infine dedicata agli atenei telematici chiedendo all’Anvur di vigilare, intensificando i controlli, sull’accreditamento dei corsi di studio e anche sugli esami di profitto e laurea con verifiche sull’effettivo svolgimento in presenza dell’esame, sulla composizione delle commissioni di laurea, sul livello delle tesi elaborate.

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Ultime battute per il contratto docenti: aumento da 73 euro al mese, arretrati per 450

Next Article

Diplomati magistrali, primo sciopero dell'anno per docenti di infanzia e primaria

Related Posts