Dopo il comunicato Unicobas arriva anche quello dei Cobas che chiude il cerchio: il 23 febbraio sarà sciopero generale di tutto il personale della scuola. Secondo Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas: “La scuola è senza contratto da 12 anni. Gli stessi esperti della CGIL, come dimostrano le tabelle della FLC di Torino, ammettono che rispetto all’aumento del costo della vita il personale della scuola ha perso in media almeno 15.000 euro netti, ‘a recupero’ ne arriveranno solo 300 (collaboratori, assistenti e docenti Infanzia e Primaria, in media, avranno meno) – e continua -. “I cosiddetti aumenti del contratto saranno persino inferiori a quelli già sottoscritti per parte del pubblico impiego (35 euro medi netti, anziché 45) e quasi la metà del comparto sicurezza, e con molta probabilità decorreranno da aprile, se non da addirittura da maggio – concludendo -. “Per non parlare dell’attività di tutor per l’alternanza scuola-lavoro che il contratto inserisce nella funzione docente rendendola di fatto obbligatoria e gratuita o delle multe gestite dai dirigenti”.
Le motivazioni dello sciopero Cobas sono analoghe: “Dobbiamo concentrare la lotta delle diplomate/i magistrali – annuncia il portavoce nazionale Piero Bernocchi –, unificare gli obiettivi di tutto il precariato, impedire un contratto disastroso per docenti ed ATA”. Riguardo i diplomati magistrale, i Cobas riprendono i punti già evidenziati nel corso dell’incontro avuto il 17 gennaio con il Ministero: chi è immesso in ruolo e ha superato l’anno di prova deve conservare il posto, permanenza nelle graduatorie a scorrimento anche con titoli conseguiti entro il 2001/2002, immissione di ruolo di tutti i precari con tre anni di servizio.
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