Metanolo per misurare campi magnetici: nel team di scienziati anche un sardo

Astrofisica e chimica insieme per studiare le stelle. C’è anche un pezzo di Sardegna nella ricerca di un team di scienziati, guidato dall’Università di Goteborg, che ha risolto un nodo cruciale: come misurare i campi magnetici nello spazio usando il metanolo, la forma più semplice di alcol. Allo studio ha partecipato Gabriele Surcis dell’Inaf-Oac di Cagliari. “Grazie alla stretta collaborazione tra chimici e astrofisici – spiega lo scienziato – si sono potute ricavare le proprietà del metanolo quando è immerso in un campo magnetico, nonché le variazioni delle sue caratteristiche magnetiche al variare del campo che lo circonda. Grazie ai dati teorici forniti dai chimici siamo ora in grado di interpretare meglio ciò che osserviamo da tempo con i radio-telescopi. Questo può essere il primo passo di una serie di studi analoghi in cui si potranno applicare le stesse metodologie di calcolo anche a molecole molto più complesse del metanolo”.
Surcis, laureato in Fisica all’Università di Cagliari, ha svolto il dottorato di ricerca all’Università di Bonn e proseguito la carriera nei Paesi Bassi specializzandosi, presso il Joint Institutes for VLBI Eric (Jive), nell’elaborazione di dati spettro-polarimetrici ottenuti con reti di radio-telescopi (Vlbi). Dal 2016 continua le sue ricerche all’Osservatorio Astronomico di Cagliari, presso il quale è anche il “VLBI friend” del Sardinia Radio Telescope all’interno dell’European Vlbi Network (Evn). I risultati, resi possibili grazie ad una collaborazione strettissima e inedita tra astrofisici e chimici teorici, sono stati pubblicati nella rivista Nature Astronomy.
Negli ultimi 50 anni, grazie all’uso dei radiotelescopi, gli astronomi sono stati in grado di rilevare numerose molecole, tra cui acqua e metanolo, nelle regioni di nuova formazione stellare. Grazie a queste molecole è stato possibile misurare temperature, pressioni e movimenti dei gas e polveri che vanno a formare nuove stelle.

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