La partenza e Smaragdlaan

Sono partita da Bergamo con destinazione Eindhoven il 31.01.2018 con una valigia da 20kg, uno zaino da 10kg e la mia fidata macchinetta fotografica. Arrivata all’aeroporto di Eindhoven ho preso un bus per arrivare alla stazione centrale e prendere un treno con destinazione Utrecht dove dovevo cambiare per Leiden Centraal con una puntualità che Trenitalia non riesce nemmeno a concepire. Bisogna ammettere pero’ che i servizi pubblici olandesi sono carissimi senza OV card e cari con la OV card. Gli olandesi usano questa carta per spostarsi sia sui bus che sui treni. È praticamente una ricaricabile con un prezzo fisso di 0.50 cent per ogni chilometro percorso; bisogna convalidarla ad ogni salita e ad ogni uscita. Senza la carta il prezzo sarebbe quasi il doppio, un esempio? Dall’aeroporto alla stazione di Eindhoven la cifra è di 3,98€ senza OV, con OV di 2.50€ più o meno per circa neanche 20 minuti di tragitto. (Ov chipkaart). Eindhoven pero’ non è l’aeroporto più vicino, conviene arrivare ad Amsterdam Schipol e prendere direttamente il treno per Leiden Centraal, io avevo scelto Eindhoven per la convenienza di Ryanair.
Non sono subito entrata nel mio appartamento perché il contratto iniziava il 1 febbraio quindi invece di  scegliere l’albergo o l’Air bnb ho optato per Couchsurfing. Iscrivendosi si ha la possibilità di trovare ospitalità presso gli  abitanti del luogo gratuitamente, ovviamente con un minimo di cognizione siccome non è solo un: “si  dorme gratis”, si basa sulla comunicazione e la voglia di conoscere gli host per passare anche del  tempo con loro. Quelli che lo conoscono e che non sono soddisfatti di questo sito avranno pensato: “Eh si ma non mi risponde mai nessuno”, oppure: “Non mi accettano”, è vero, ma solo perché non vi impegnate abbastanza, ammettetelo. Allego un link (grazie Eleonora) per come fare una buona richiesta couchsurfing, valido sia per i principianti che non.
Il mio host è persino venuto a prendermi alla stazione, mi ha accolta a casa sua e la sera mi ha mostrato il paese delle meraviglie, ovvero un negozio chiamato “wines and more”, si trova in Korevaarstraat 21, 2311 JT Leiden. Dopo ben due articoli in cui cito il vino avrete sicuramente colto una delle mie passioni, scoperta grazie al mio primo Erasmus. Un’altra passione è la birra, soprattutto se è belga e in quel negozietto si trovano birre molte particolari e per niente costose, tra le mie preferite l’Orval, l’Hopus e la Corsendonk a 2,99€. I proprietari sono pure molto disponibili e ti aiutano nella scelta. Abbiamo preso 5 birre (belghe) al costo di 5€ grazie ad un’offerta del momento e le abbiamo fulminate con una cenetta cucinata da lui a base di riso Basmati, fagiolini, 3 tipi di funghi, erba cipollina, zenzero, anacardi, salsa di soia e salsa di sesamo. Meraviglioso. Anche io vorrei saper cucinare cosi.
La mattina seguente sono andata a recuperare le chiavi del mio appartamento al centro DUWO, l’agenzia che gestisce gli alloggi universitari. In meno di due minuti mi hanno consegnato le chiavi, e con i miei 30 kg mi sono incamminata verso la stazione dei bus. Dopo un’attesa di 10 minuti snervanti ho deciso di farmela a piedi, grave errore. Per arrivare in quel posto mi ci è voluta quasi un’ora con l’aiuto di google maps che consumava i miei pochi giga rimasti, sudando eccessivamente nonostante i 5 gradi fuori e sopportando l’alternanza di pioggia e grandine. Non avevo mai visto uno sbalzo cosi repentino se non nel mio umore, forse questo è il posto giusto per me allora.
Arrivata finalmente in questa residenza, che da fuori è fatta cosi: 
ero veramente curiosa di vedere la mia stanza siccome non c’erano foto sul sito, se non quelle vecchie precedenti alla ristrutturazione e speravo vivamente che non fosse come in quelle foto. Non sapevo neppure se avrei avuto un coinquilino o una coinquilina e di che nazionalità.
Ho preso l’ascensore, ho inserito le chiavi e sono entrata nella mia stanza. Ho subito notato il calore eccessivo e l’assenza della persona con cui avrei passato i prossimi mesi, il che mi tranquillizzava visto che instaurare una conversazione dopo tutta quella fatica anche no. Appoggiate le valigie ho cominciato ad esplorare il tutto, non sapendo pero’ da dove iniziare. La stanza non aveva un odore particolare, il che mi rendeva felice siccome non puzzava di vecchio (l’edificio è degli anni 70 e le porte pure probabilmente); era molto graziosa, abituata ai 12m2 parigini questi 40 m2 sono un lusso forse fino troppo grande. La stanza era divisa a metà da un armadio, nella parte destra c’era un letto, degli scaffali, una poltrona, una scrivania, delle sedie e dei comodini, cosi come sulla sinistra. C’era una finestra enorme di cui mi sono subito innamorata con vista su un prato.


 
 
 
 
 
 
Su ogni letto e in cucina c’erano un totale di 4 scatoloni che contenevano il cosidetto bed linen (lenzuolo, coprimaterasso, piumone, cuscino e copripiumone) e le stoviglie. Ero veramente al settimo cielo siccome non avevo portato nessuna di queste cose, a parte le lenzuola, e non mi aspettavo che ogni cosa fosse nuova, pensavo di dover utilizzare rifornimenti vecchi. L’Olanda stupiva. Ho comincio a disfare la valigia e a mettermi comoda quando qualcuno/a bussa alla porta. Mi assale il panico siccome le probabilità che andremo d’accordo sono molto basse vista la mia asocialità, la mia tendenza malinconica, i miei sbalzi d’umore, la bassa tendenza a sopportare il genere umano…mio dio sono terribile. Con un po’ di imbarazzo iniziale abbiamo cominciato a conoscerci e più parlava più la mia disperazione nel dover fare amicizia scompariva, mi sembrava di essere compatibilissime: vegetariana anche se a volte mangia il pesce, ama le birre belghe e il vino rosso, i waffles, il burro d’arachidi, l’hummus e ha la mia stessa borsa comprata da Mango, solo di un colore diverso. Non avevo parole. In più mi ha offerto un STROOPWAFEL e le mie papille gustative e la mia passione per lei sono scoppiate. Questo biscottino meraviglioso è una bomba calorica degna di essere provata. Sono praticamente due cialde unite dall’amore dello sciroppo di caramello, spesso c’è anche il burro dentro, giusto per renderlo ancora più ciccione e buono. La mia prima specialità olandese da riprovare moderatamente, o forse no. Tutto approvato con successo.
Nei giorni seguenti ho dovuto fare delle commissioni ammistrative che elenchero’ alla fine dell’articolo per non annoiare troppo coloro a cui non interessano questi particolari; ma ho anche dovuto fare la spesa, che trovo molto più interessante come argomento rispetto alle carte universitarie. Sono andata da Jumbo, una delle catene presenti a Leiden insieme ad Aldi, dove la mia coinquilina, chiamamola C., ha comprato i stroopwafel, e ad Albert Heijn. Ho vagato tra i vari reparti con l’atteggiamento da antropologa curiosa e ho scoperto delle particolarità olandesi, tra cui il burro d’arachidi. Questo popolo ama talmente tanto il Pindakaas (burro d’arachidi) che al supermercato occupa più spazio sugli scaffali della marmellata. Ogni opzione che illustrerò’ si può’ trovare sia nella versione normale che biologica. Siete pronti? Allora, c’è il burro d’arachidi al naturale, con i pezzi di arachidi, al sale marino, light, crunchy, crunchy honey, crunchy con lo sciroppo d’acero, creamy, con le arachidi tostate, gli anacardi e le noci pecan, dal Suriname (stato sulla costa nord dell’America latina, ex colonia olandese, mi sono informata perché non riuscivo a capire il motivo della sua presenza), del Fair Trade, piccante e pure per i bambini da 6 mesi in su. Nel caso non riusciste a decidervi c’è l’opzione mista, ovvero una scatola con 12 assaggi di 10 tipi diversi di burro d’arachidi. Nel caso non foste ancora del tutto convinti della loro ossessione con questo cibo, vi mostro questa foto che parla da sola direi:

E’ esattamente quello che pensate: burro d’arachidi per gli uccelli. Già.
Oltre a questa loro ossessione, hanno una varietà molto apprezzata, da parte mia almeno, di formaggi francesi; per il vino non ci siamo proprio, nel senso che ci sono vini da molti paesi, ma particolarità del luogo no, pero’ ho già visto un Bourgogne e un Côtes du Rhône che potrebbero essere buoni, certo non saranno il Morgon del 2016 che sembrava un succo di frutti rossi che ho bevuto qualche settimana fa grazie all’amore della mia vita, ma cercheremo di adattarci. Una cosa che invece ho trovato disgustosa è stata la salsa carbonara pronta nei barattoli. (Per me è no).
Oltre al supermercato siamo anche andate insieme a rifornire la casa di quello che mancava, per esempio un bollitore (sti slavi) e a comprare un router per la stanza in modo da avere il wi-fi. Nell’affitto internet è incluso ma funziona solo con il cavo ethernet che dovrebbe essere lungo una cosa come 10 metri per arrivare dall’altra parte della stanza. Inoltre abbiamo scoperto che per buttare la spazzatura c’è bisogno di una carta che apre letteralmente i cassonetti, carta che ovviamente dovrebbe già essere nella nostra stanza, ma che i precedenti coinquilini/e non ci hanno lasciato. Ho quindi fatto domanda online al comune di Leiden che mi ha risposto in 3 giorni dicendomi che non me ne possono dare una e che devo usare quella degli altri coinquilini della residenza. (Da notare l’efficienza olandese con le mail.)
Dopo tutta queste commissioni ho deciso di prendermi la domenica libera e ho fatto un giro al laghetto vicino a casa mia, carino ma niente di spettacolare, vi lascio con qualche foto e con le informazioni burocratiche:



 
Vorrei focalizzare la vostra attenzione su questa meravigliosa casetta sulla destra che ho notato andando verso il lago e che ho trovato bellissima e a misura d’uomo/donna. Al ritorno invece è diventata il mio “home goal” , visto che la signora che ci abita dentro apre il piccolo cancelletto per far entrare le papere e gli aironi nel suo giardino per dar loro da mangiare. Non so veramente di cos’altro qualcuno/a dovrebbe aver bisogno quando ha una casa del genere appena fuori città, con le papere in giardino che ti fanno compagnia, un canale davanti a te e magari pure un gatto e del thé.
Informazioni burocratiche legate all’università e alla città di Leiden:

  1. Per avere riduzioni o per presentare la prova della vostra iscrizione all’università avete bisogna di due carte. La LU card, la carta ricaricabile che serve per fare fotocopie e credo nient’altro, che si richiede online inserendo la propria foto. Dopo qualche settimana riceverete una mail che vi sollecita ad andarla a prendere a Plexus (Kaiserstraat 25) quando è pronta. La seconda carta invece è la registration card che viene consegnata durante gli OWL. Gli OWL sono giornate illustrative che durano 5 giorni più o meno all’inizio di ogni semestre a cui si è obbligati partecipare, ma a cui non ho partecipato perché sono a pagamento, sono strazianti visto che occupano ogni momento della tua giornata e perché ero in Italia a fare un esame il 29 gennaio. Tornando alla carta che non ho ricevuto, sono tornata a Plexus per chiedere chiarimenti e mi hanno detto di aspettare. Tornata a casa ho scritto una mail la cui risposta è stata: “ASPETTA”, allora li mi sono convinta!
  2. Durante i primi due giorni del semestre bisogna andare ad un appointments per firmare i documenti Erasmus e per chiarire possibili problemi e necessità. L’università vi ricorderà per mail questo passaggio qualche settimana prima dell’inizio del vostro soggiorno (sono molto efficienti ed organizzati a differenza della Sorbonne Nouvelle). Durante questo incontro che si trova in Arsenaal, room 112, potete fare qualsiasi domanda vi passa per la testa, loro risponderanno.
  3. Se il vostro soggiorno dura più di 4 mesi bisogna registrarsi ufficialmente al comune di Leiden prendendo un appuntamento online (link), assicuratevi di avere la copia del vostro contratto d’affitto e della vostra carta d’identità o passaporto prima di proseguire con le opzioni nel link.

 
Questo articolo è stato un po’ noioso, lo ammetto, siccome era pieno di particolari legati al mio arrivo a Leiden. Nel prossimo parlerò’ finalmente della città e dell’università e delle mie impressioni generali.
Alla settimana prossima!
 

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