Ritrovarsi a Siviglia

Plaza de España

Avrete spesso sentito dire che l’Erasmus è uno strappo. Uno strappo con la vita a cui sei da sempre abituato, agli affetti di sempre. Ed è vero, in gran parte. Dico in gran parte e non del tutto perché a volte l’Erasmus è proprio l’occasione per ritrovarti con chi non vedi più spesso come prima, per vivere un’avventura inaspettata con gli amici di sempre, per organizzare quel famoso viaggio insieme di cui parlavate da tempo ma che poi non concretizzavate mai.
Per me è stato così: un fine settimana a Siviglia e le mie migliori amiche.
Pochi ingredienti ed ecco che il mio mondo di provenienza, il mondo dei miei affetti e delle mie radici, si fonde a questo nuovo pianeta che pian piano mi si dipana davanti agli occhi. Oggi porto in questo blog loro: vi presento Anna e Agata; manca solo Alessia a completare il quartetto, ma sono certa che vi racconterò di lei tra qualche mese, narrandovi un altro fantastico viaggio in qualche parte dell’Andalusia o forse un po’ più in là.

La Spagna è sempre stata la nostra meta per svariate ragioni, e anche stavolta non ci delude, ma anzi ci lascia di stucco.
Venerdì, ore 13: arrivo a Siviglia con il pullman preso da Jaén, loro con un Blabla Car da Lisbona dopo una mezz’ora. Inizio a bussare all’appartamento in cui abbiamo prenotato una stanza tripla per due notti. Salgo le scale e mi accoglie Mariluz, una signora affabile e solare che, oltre a fornirmi asciugamani e chiavi, mi spiega dettagliatamente come arrivare in ognuno degli imperdibili luoghi di Siviglia. L’appartamento è vicinissimo al centro, nel quartiere di Triana, e fortunatamente i luoghi d’interesse sono quasi tutti vicini tra loro.
Ci incamminiamo verso il centro attraversando il Puente de Isabel II – che unisce appunto il quartiere di Triana al centro – e possiamo già ammirare una fantastica visione della città: il fiume Guadalquivir scorre sotto di noi e prosegue fino all’orizzonte, la Torre de Oro sulla destra, scorci di Siviglia si stagliano in tutte le direzioni.

Data l’ora, il nostro viaggio inizia con delle tapas e una copa di sangria nel bel mezzo del barrio di Santa Cruz, una delle zone più belle della città. Al centro della piazza, un ballerino e una ballerina di flamenco deliziano i passanti con i loro balli. Le strade sono gremite di gente e il sole accarezza i passanti.

Una volta sazie, iniziamo il tour. Ci dirigiamo verso Plaza de España passando per la Real Fabrica de Tabacos, un bellissimo edificio simbolo dell’architettura industriale del XVIII secolo, attualmente Rettorato dell’Università di Siviglia. Di fronte possiamo ammirare la rotonda del Cid Campeador per poi entrare a Plaza de España.
Uno spettacolo mozzafiato.
La piazza si trova all’interno del Parco di Maria Luisa ed ha una forma semicircolare, costruita in tal modo per simboleggiare l’abbraccio della Spagna alle colonie. È decorata con mattoni, ceramiche e marmo. La piazza guarda verso il fiume Guadalquivir a simboleggiare la rotta per l’America; sul canale che attraversa la piazza si stagliano quattro ponti, riferimento ai quattro antichi regni spagnoli.
La piazza ci incanta ed è tremendamente difficile voltarci per proseguire la nostra visita. È infatti già buio quando abbandoniamo la romanticissima Plaza de España. La fame si fa sentire nuovamente, perciò ci fermiamo per cenare provando altre buonissime tapas.

Secondo giorno: ci svegliamo presto per sfruttare al meglio tutta la giornata, scarpe comode e usciamo, colazione in un bar del centro e via alla scoperta di Siviglia! Ci mettiamo subito in fila per visitare quella che è forse l’attrazione più celebre della città: il Real Alcázar. Si tratta del palazzo reale originario del lungo periodo di dominazione mora. L’influenza araba è evidente e dona un affascinante stile orientale a questo fantastico edificio. Cupole dorate, porticati colorati, muri decorati e lavorati minuziosamente in ogni dettaglio con disegni, ceramiche e marmo. Anfore, fontane, vasi. Allo stile orientale si uniscono dipinti a tema cristiano, in un tripudio di culture diverse il cui destino si incrocia in questa splendida terra che è l’Andalusia.
La visita dell’Alcázar termina e a malincuore ci avviamo verso l’uscita. Subito proseguiamo alla volta della prossima tappa: la Cattedrale, con la famosa Giralda che ne costituisce la torre e il campanile. La Catedral de Santa Maria de la Sede è uno dei più importanti esempi di architettura gotica al mondo. Entrando, non possiamo che restare a bocca aperta volgendo lo sguardo in tutte le direzioni. Dalla cattedrale è possibile salire fino in cima alla Giralda, fantastico esempio di architettura almohade. Terminata nel 1184, fu realizzata utilizzando come modello la torre della moschea della Koutoubia di Marrakesh. Originariamente, la Giralda era sormontata da una sfera di rame che precipitò a causa di un terremoto nel 1365 e fu fatta sostituire dai cristiani da una sfera con una croce e una campana. Dalla cima della Giralda ci godiamo una vista sensazionale: tutta Siviglia ci sorride mentre la ammiriamo dall’alto.

La ‘scalata’ della Giralda ci ha procurato un certo appetito, perciò ci fermiamo a mangiare nei dintorni.

Fortunatamente in Andalusia puoi gustare delle ottime tapas e della buona sangria oppure un bicchiere di cerveza con poco. Ci rilassiamo e diamo un’occhiata alla mappa per studiare le prossime tappe della nostra avventura. Riprendiamo il cammino fermandoci a dare un’occhiata ai negozi di souvenirs e, lungo il tragitto, compriamo i biglietti per assistere ad uno spettacolo di flamenco in serata. Soddisfatte, ci dirigiamo verso Plaza de Toros.
Plaza de Toros de la Real Maestranza – questo il nome per esteso, più comunemente nota come La Maestranza – è il luogo dove si svolgono le corride. Nonostante sia io che le mie compagne di viaggio non amiamo affatto questa tradizione, riteniamo di visitare il luogo in cui essa si svolge, essendo La Maestranza uno dei siti sivigliani più emblematici della cultura spagnola. Entrando nell’edificio percorriamo diverse stanze osservando statue di tori e dipinti di epoche differenti raffiguranti scene di tauromachia, ovvero combattimenti tra tori e toreros, arrivando infine dove ha effettivamente luogo la corrida: nell’arena. Ci sembra di essere nell’Antica Roma oppure in una scena de Il Gladiatore.
Una volta fuori passiamo da casa per rifocillarci e cambiarci prima di dirigerci verso lo spettacolo di flamenco.
Le musiche e le danze ci lasciano estasiate, il talento e la passione degli artisti invadono l’atmosfera e sul palco i colori intensi del rosso e del nero insieme alle luci valorizzano ogni movimento e ogni nota. Terminato lo spettacolo, ci uniamo al suono scrosciante degli applausi.
Di seguito il nostro appuntamento fisso con le tapas per poi immergerci nella vita notturna del venerdì sera di Siviglia, andando per locali e ballando sulle note di decine di canzoni.
Il mattino seguente ci svegliamo decisamente assonnate, ma le nostre condizioni non ci impediscono di sfruttare le ultime ore disponibili per ammirare Siviglia. Ci rechiamo al barrio di San Bartolomé, uno degli antichi quartieri ebraici sivigliani. Si tratta di una zona poco nota al turismo eppure è tra i quartieri più caratteristici della città. Ci addentriamo nelle stradine del barrio, con le sue tipiche casette bianche e piene di fiori. Visitiamo la Inglesia de San Bartolomé, una chiesetta barocca costruita nel 1500 e ricostruita verso la fine del XVII secolo su quella che fu una moschea e successivamente una sinagoga.
Guardiamo l’ora e ci rendiamo conto che è giunto il momento di tornare all’appartamento per raccogliere le nostre cose e salutare Siviglia. A malincuore torniamo indietro e concludiamo il nostro fine settimana come l’abbiamo iniziato, ovvero gastronomicamente: mangiamo una tortilla insieme nel quartiere di Triana, prima che le nostre strade si separino.
Con la promessa di tornare un giorno insieme in questa meravigliosa città che ci ha rubato il cuore.

 
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