Maturità dei Vip – Roberto Marchesi: LO SPORT? Ormai è la mia vita

Roberto Marchesi: LO SPORT? Ormai è la mia vita
Sette anni senza vacanze estive, amici persi e il distacco dalla prima fidanzata storica. Poi qualche gaffe, come un marcatore sbagliato in telecronaca. Ma se ci si crede davvero, il sogno arriva. Così Roberto Marchesi, giornalista sportivo di Fox Sports ci racconta quello che per lui è il lavoro più bello del mondo.
Sei un giornalista, ma specialmente ti occupi di sport. Il sogno di molti ragazzi che vorrebbero trasformare la loro passione in un lavoro. Come si fa?
Credendoci davvero. Il sogno, perché di sogno si tratta, si avvera se considerato prioritario. Serve accettare tanti compromessi, ma la ricompensa è meravigliosa. La cosa vera che mi viene da consigliare è quella di FARE. Fare sempre, fare subito, fare qualsiasi cosa. Parallelamente allo studio o anche, perché no, in alternativa. Vale tutto e tutto aiuta. Io ho fatto tutto. Dalla radio in FM che si sentiva solo a Cernusco sul Naviglio, al giornale a distribuzione gratuita.
Dove ti sei informato e formato e chi ti ha aiutato di più in questo percorso?
Tendenzialmente bisogna sempre informarsi, su tutto. Leggere i giornali, restare sul pezzo. In questo senso, gli insegnamenti sono arrivati da diverse parti. Ogni direttore o responsabile avuto mi ha lasciato qualcosa.
Hai sempre amato lo sport o ti sei specializzato in seguito in questo settore?
Sempre. Anche prima di sempre, probabilmente. Sono nato in quel mondo, da famiglia “Sports addicted”. Ho sempre guardato tutto in tv e, quando mi era possibile, dal vivo. È venuto naturale voler lavorare in quel mondo.Mi sono sempre detto, una volta compreso di non poterci arrivare da atleta, che quella sarebbe stata la mia vita.Fox Sports è un canale che propone sport ventiquattro ore su ventiquattro.
Ma quanto deve studiare un giornalista per essere sempre aggiornato?
Onestamente bisogna studiare tanto. Tanto e sempre. C’è però un dettaglio semantico su cui vorrei porre l’attenzione. Studiare, per chi si avvicina all’esame di maturità ha un’accezione prettamente negativa. Se davvero vuoi fare il giornalista devi studiare, più di quanto si faccia a scuola, ma si deve studiare per piacere. Per informarsi e migliorare la performance. Deve essere il mezzo per riuscire nell’intento.
Ci racconti l’errore più grande che hai fatto sul lavoro?
Di errori se ne fanno tutti i giorni. Basta sorridere. Una gaffe corretta con un sorriso rende veri e avvicina a chi ci ascolta. Io ne ricordo uno con affetto. Il primo marcatore sbagliato in telecronaca. Era Rennes-Olympique Marsiglia; corner per l’OM e gol al volo di Gignac. Urlo convinto per l’1-0 in telecronaca, poi il marcatore si gira e sulla maglia non c’è il 9 di Gignac, ma il 7 di Ocampos. Ci ripenso e sorrido. Succede.
E la rinuncia più difficile per seguire il tuo sogno?
Non saprei da dove cominciare, onestamente. 7 anni senza vacanze estive, compagnia di amici persa e cambiata, il “calcio giocato” lasciato dopo 15 anni, la prima storica fidanzata. Insomma, un po’ tutto. Il sabato e la domenica nel nostro mondo non esistono. È il lavoro più bello del mondo, ma come detto all’inizio è importante saper accettare grossi compromessi.
Tecnica o passione? Tu su cosa hai puntato di più?
Passione. Tanta passione. E poi credo serva un po’ talento. Il mio, forse, è la sfacciataggine. Conduco la mia trasmissione ora come andavo di fronte ai docenti alle interrogazioni.
Prima di salutarci dai tre consigli ad un giovane che vorrebbe diventare giornalista?
Dare tre consigli così non è affatto semplice, ma ci provo. Crederci sempre, perché quelli bravi poi arrivano, magari con un percorso diverso ma poi ce la fanno. Iniziare prima possibile a fare per mettere esperienza nel proprio bagaglio. Studiare sempre, che poi vuol dire restare aggiornati. Sempre sul pezzo.
 
L’intervista a Roberto Marchesi è stata tratta dalla Guida alla Maturità 2018, edita da Corriere dell’Università
 
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