Alternanza scuola-lavoro, ecco cosa cambierà a settembre con il nuovo Governo

Per mezzo milione di studenti l’esame di maturità è finito e si aprono le porte del futuro. Altrettanti, però, stanno per passare al terzo anno: il momento dell’ingresso nel mondo dell’Alternanza scuola-lavoro. Introdotta dalla legge 107 del 2015 (la cosiddetta Buona Scuola), dal 2015 l’Alternanza obbliga gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori a svolgere periodi di tirocinio. Quattrocento ore complessive – senza nessun tetto minimo – per gli studenti degli istituti tecnici e professionali, 200 per gli iscritti ai licei.

L’Alternanza è uno dei capisaldi della riforma dell’istruzione voluta dal governo di centrosinistra. Ma uno dei due soci di maggioranza, il Movimento 5 Stelle, ha più volte dichiarato in campagna elettorale di voler modificare la legge. Il ministro dell’Istruzione del governo giallo-verde, Marco Bussetti, ha già fatto sapere di voler ripensare il modello: “L’esperimento non è da archiviare – aveva detto nei giorni scorsi – perché consente agli studenti di iniziare a misurarsi con il mondo che li accoglierà, però vanno apportati dei correttivi e vanno mirati meglio i percorsi”.

Il ministro aveva annunciato una “revisione delle Linee guida”, perché “l’Alternanza scuola-lavoro dev’essere vissuta dalle scuole, e dalle aziende, come un’opportunità e non come un dovere”. Secondo i dati forniti dal Miur sono 1.590.617 gli studenti coinvolti nell’Alternanza nei primi due anni dall’introduzione della riforma. Il dato si riferisce agli anni scolastici 2015/2016 e 2016/2017 e prende in considerazione soprattutto i ragazzi iscritti alle classi terze e quarte, quelle per le quali la riforma era già entrata in vigore.

Per quelli di quinta, invece, l’obbligo è scattato all’inizio dell’anno scolastico 2017-2018: i dati relativi a loro saranno resi noti soltanto dopo l’estate e quelli conteggiati nel report (complessivamente 131.837) sono coloro i quali hanno deciso di svolgere il tirocinio volontariamente. Il bilancio dei primi due anni di Alternanza è disponibile nel report pubblicato a fine maggio dal Miur. In percentuale, scrive L’Agi, a prendere parte al piano Alternanza sono stati l’89,6% degli studenti delle classi terze e l’88,9% di quelli di quarta. La percentuale di partecipanti è più alta nelle scuole statali rispetto a quelle paritarie, dove uno studente su quattro non ha preso parte al programma.

“Sarà una alternanza che sarà più mirata all’orientamento e alla possibilità di avere un effetto sociale importante nei confronti dei nostri studenti”, ha precisato in questi giorni il capo di Viale Trastevere, facendo intendere che alcune delle novità dovrebbero trovare spazio già da settembre.  Ma senza stravolgimenti. Lo stesso Bussetti ha più volte ricordato come non si vogliano cambiare le carte in tavola facendo un’altra riforma.

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