Il ministro Bussetti ha esposto ieri in commissione Cutulra del Senato le linee guida su Istruzione, Università, Ricerca. Su università e ricerca Bussetti offre le notizie più importanti: “Con il mio ministero nascerà l’Agenzia nazionale per la ricerca”, ricorda il programma di governo. Se ne parla da dieci anni, come ha rammentato la mattina all’Università La Sapienza Maria Pia Abbracchio, docente alla Statale di Milano e promotrice del Gruppo 2003 che, appunto, da un decennio chiede di dare un’organizzazione unica ai ventidue enti di ricerca oggi vigilati da sette ministeri diversi.
A palazzo Madama Marco Bussetti ha parlato di una strategia per aggredire i fondi europei “Horizon Europe” per la ricerca: “Ci sono 100 miliardi per i sette anni 2021-2027 e a fine luglio andremo a Bruxelles preparati, in anticipo e in sinergia”. Se la carriera universitaria non è attraente, gli stipendi bassi, “i dottorati italiani all’estero trovano successo e qui dico che non ho paura della fuga dei cervelli, l’importante è farli rientrare”. Un punto certo è quello di “far crescere il numero dei ricercatori e dei professori: ci sarà un aumento della dotazione organica complessiva”. In una competizione globale “i finanziamenti per la ricerca non possono più arrivare da sole risorse pubbliche, cerchiamo partnership con i privati”. I capitali esteri attratti dal sistema nel 2015 sono stati, ha ricordato, “solo lo 0,08 per cento”.
In mattinata, al convegno in Sapienza organizzato dal Comitato per la valorizzazione del dottorato, aveva parlato il viceministro Fioramonti, docente dell’Università di Pretoria, Sudafrica. Aveva detto, tra le altre cose: “Daremo soldi all’università e alla ricerca, i soldi ci sono, l’Italia resta un Paese relativamente ricco. In cambio chiediamo all’università italiana di non essere più barona e di non soffocare più la libera ricerca perché, magari, un docente deve far andare avanti il progetto di un amico. Da quando mi sono insediato al Miur, ho la fila di ricercatori rientrati in Italia, nuovamente delusi e pronti a ripartire per università straniere”.
Sul fronte scuola in Senato Bussetti ha detto: “La scuola è lo strumento più potente per cambiare il mondo: voglio ridurre sensibilmente la dispersione scolastica”. La scuola deve essere naturalmente inclusiva: “I diritti degli studenti disabili vanno pienamente realizzati”. Sarà stanziato un contributo economico per ogni istituto in base alla presenza dei ragazzi con disabilità e il Miur creerà nuovi indicatori per misurare i processi di inclusione: “Tutti gli studenti devono essere incentivati a prendere la Maturità”.
A proposito dell’Alta formazione musicale, il ministro dell’Istruzione ha assicurato: “Entro il 2020 i diciotto conservatori italiani saranno tutti statali”. Questione avviata, peraltro, nella precedente legislatura. Ancora: “Gli alunni devono poter studiare in un ambiente bello, sano e sicuro, solo così impareranno a rispettare il bene comune. Avvieremo un piano pluriennale per mettere in sicurezza gli edifici scolastici, soprattutto al Sud”. Ma uno dei primi atti tangibili di questo Governo è stato quello di sopprimere l’Ente voluto dai governi a guida Pd con dentro 4,2 miliardi di euro non spesi.
Il ministro-provveditore ha confermato la revisione dell’arruolamento dei docenti: “Terremo conto del legame degli insegnanti con il territorio, sono stati troppi i trasferimenti a detrimento della continuità didattica”. Serve valorizzare gli amministrativi Ata, “da cui spesso dipende il buono o cattivo funzionamento di una scuola”. Ci sarà un nuovo concorso per dirigenti ammnistrativi, Dsga. Quello per presidi, “che si svolgerà nelle prossime settimane”, permetterà “di riportare alla normalità i carichi di lavoro di chi è già in servizio”. Oggi 1.700 dirigenti scolastici sono reggenti di una o più scuole, “la cui organizzazione diventa tutti i giorni più complessa”.
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