Laurearsi conviene ma l'occupazione è ancora un miraggio

Una laurea migliora la possibilità di trovare lavoro. Dopo Almalaurea torna a sottolinearlo l’Anvur che il 12 luglio presentarà il terzo rapporto biennale sullo stato dell’Università italiana e il confronto con i cugini europei. Nell’anticipazione che ne ha dato il Sole 24 Ore emerge un Paese che fatica a stare al passo. seppur con qualche impercettibile miglioramento.

Se nel 2016 l’Italia era all’ultimo posto in Europa (33esimo) per occupati dai 25 ai 34 anni in possesso di un’istruzione terziaria. Ad oggi fanno peggio di noi austriaci e britannici. Sencondo i dati Eurostat elaborati dall’Anvur il rapporto tra l’occupabilità dei laureati nella fascia 25-34 anni e il resto dei loro coetanei è di 1,07%. Qualche punto al di sotto della media europea intorno all’1,10%.

Subito dopo mette a confronto i tassi di occupazione e disoccupazione di due gruppi di giovani: 25-29enni e 30-34enni. In possesso del semplice diploma o della laurea. Traendo tre conclusioni. La prima è che il trend migliora per entrambe le categorie e per tutti e due i titoli di studio. La seconda è che i laureati lavorano più dei diplomati anche se la forbice si assottiglia. La terza – che sembra anche la più rilevante – dimostra come i nostri risultati (57,1% di occupati tra i laureati di 25 e 29 anni, 77,3 tra 30 e 34 anni) risultino ancora inferiori, rispettivamente, di 18 e 10 punti rispetto all’Unione europea.
Il confronto interno, di contro, continua a essere caratterizzato da un doppio squilibrio: territoriale e di genere. Nelle regioni meridionali l’inserimento nel mondo del lavoro continua a essere più difficoltoso anche per i laureati. Con il titolo di I e II livello, il 47,7% lavora a tempo determinato oppure con contratti di collaborazione o di prestazione d’opera occasionale o con borse di studio/lavoro. Una quota che per le laureate arriva al 52,9 per cento.
L’ultima istantanea dell’Anvur riguarda le performance occupazionali per tipologia di laurea. Osservando i laureati del 2011 a quattro anni di distanza – sottolinea l’Agenzia – si nota che l’inserimento nel mercato del lavoro, dopo il conseguimento del titolo, è più facile per i gruppi Medico, Scientifico e Ingegneria per le lauree di I (rispettivamente 72,8, 69,9 e 65,8%) e Ingegneria, Chimico-farmaceutico e Medico per quelli di II livello (82,7, 81 e 80,4).

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