Studente contro il muro e un cartello con scritto "asino". Scuola: prof chiarisca

L’interno di una classe durante il primo giorno di scuola al liceo Newton di Roma, oggi 12 settembre 2011 a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

“Asino”, è quanto scritto su un cartello attaccato al maglione di uno studente con il volto rivolto verso il muro. Ma non siamo in un film in bianco e nero, bensì in una scuola media del centro di Milano. Un’immagine catturata dallo smartphone di due studenti (poi sospesi) che documentavano quanto accaduto ad un loro compagno.
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera l’insegnante, che adesso è casa in malattia, dovrà spiegare che cosa è successo durante la sua lezione. Intanto due studenti che hanno fotografo e filmato sono stati sospesi per un giorno e una delle famiglie ha protestato con la preside e difende la figlia: “Scuola medievale, era giusto documentare“. Secondo quanti ricostruito da insegnanti e studenti ad agire sarebbero stati alcuni alunni della classe con il benestare dell’insegnante.
“Mi è stato riferito che l’insegnante, una supplente, ha mandato un alunno in fondo alla classe con la faccia al muro perché stava disturbando, ha sbagliato e risponderà del suo grave comportamento. Ed era giusto intervenire anche con i ragazzi”. Quindi spiega che dopo aver ricostruito la vicenda parlando con gli insegnanti di classe e sentendo tutti gli alunni «con la massima tempestività» ha depositato la sua relazione al provveditorato. “Un preside — afferma — può disporre nei confronti di un docente soltanto per sanzioni fino a 10 giorni, se considera il suo comportamento più grave deve rivolgersi all’ufficio competente che è l’Ufficio scolastico e così è stato deciso”.
E dopo due settimane di “istruttoria interna” intanto è arrivata la sospensione per i due alunni autori di foto e video. “Si è decisa questa sanzione come provvedimento educativo: hanno violato il regolamento scattando quelle immagini poi inviate sulla chat di classe con il rischio che siano diffuse — afferma la preside — E non era necessario, avrebbero dovuto riferire l’episodio agli altri insegnanti e saremmo intervenuti”.
“Nostra figlia quel giorno ha provato a dire alla professoressa che quello che stava succedendo in classe non era normale e per questo ha preso una nota sul registro. Soltanto allora ha deciso di scattare la foto, con il tablet di un compagno che è autorizzato ad usarlo in classe», racconta il padre. “Ha fatto bene a documentare, quell’immagine era una prova necessaria — dice il genitore —. Ed è sproporzionata la sanzione decisa per i ragazzi che hanno violato il regolamento di fronte a un illecito dell’insegnante di tale gravità”.

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