Università di Pescara, docente di Scienze motorie assente da quattro anni

E’ sotto procedimento disciplinare per non essersi presentato a lezione nelle ultime quattro stagioni accademiche. E’ un professore ordinario di Scienze motorie che all’Università di Chieti e Pescara, oltre ad essere il titolare del corso di Medicina fisica e Riabilitazione, è direttore della scuola di specializzazione, presidente del corso di laurea in Fisioterapia, direttore di Master, responsabile delle attività di insegnamento nel suo settore scientifico. Raoul Saggini, 66 anni e con duecento pubblicazioni scientifiche sul tema, ha rapporti con la Regione Abruzzo, il settore giovanile della Federcalcio, collabora con cliniche romane e ha fondato un centro riabilitativo nella sua Firenze.
Gli studenti dopo interi ciclichi di studio senza vedere neache l’ombra del loro docente hanno deciso di muoversi. E così lo scorso 18 gennaio, in forma anonima, trenta studenti di Scienze motorie hanno inviato una lunga email all’indirizzo elettronico del rettore Sergio Caputi, alla guida dell’ateneo dal maggio 2017 . La mail raccontava di un docente che da quattro anni non era presente alle lezioni e che, questione che ovviamente limitava lo spessore didattico dell’insegnamento, inviava “in sua vece” colleghi giovani, in alcuni casi “non abilitati ad impartire lezioni di livello universitario”. A rivelare la vicenda è il quotidian La Repubblica, contattato proprio dagli studenti firmatari celati dietro nomi fittizi come Gabriele D’Annunzio.
Una settimana dopo il rettore, realizzate le prime verifiche sulle indicazioni degli universitari orfani della formazione promessa, ha avviato un procedimento disciplinare avvisando anche l’interessato. Quindi ha convocato il luminare delle Scienze motorie, per due volte, ma il “prof” si è negato all’incontro: “Motivi medici”, spiega ora. Caputi ha passato il documento di accusa, a cui si era aggiunto nel frattempo un secondo esposto per mail, alla Commissione di disciplina (formata da tre professori ordinari).
Il professore accusato di assenteismo cronico attraverso il suo legale ha chiesto un accesso agli atti, per ora riuscito in maniera parziale. Il procedimento, come ricorda l’avvocato dell’ateneo Antonello D’Antonio, resta secretato. La posizione del docente, in un arco di tempo di 180 giorni, potrà essere archiviata o – di fronte a riscontri chiari – il rettore potrà scegliere di censurare formalmente il comportamento del professore o, in casi estremi, di avviarne il licenziamento.
All’accettazione del Centro universitario di Medicina fisica e riabilitativa le operatrici questa mattina rispondevano: “Il professore non visita più da noi, lo può contattare all’indirizzo mail dell’ateneo”. Pierfrancesco Zecca, legale dell’ortopedico-traumatologo, dice: “Le cose non stanno come pare sia scritto nella denuncia iniziale, che ancora presenta diversi lati oscuri. A noi la stessa università ha scritto che quelle trenta firme non ci sono. I nomi di quella mail e del secondo esposto ci risultano essere soltanto due: Mario Rossi e Gabriele D’Annunzio. Le consideriamo, quindi, anonime. Il mio assistito”, prosegue il legale Zecca, “ha dedicato la sua vita all’università e io porterò questo procedimento, carico di vizi formali, prima al Tar e poi in procura. Negli ultimi due bienni il docente aveva un’esenzione in quanto presidente di una commissione dell’Abilitazione scientifica nazionale che sceglie i futuri docenti universitari e, nonostante questo, ha fatto molte ore di lezione. I suoi assistenti, poi, erano tutti regolari. Queste denunce sono una trappola che nasce dagli allievi del professore per bassi motivi di interesse locale”.

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