L'Italia dei "cervelli in fuga" è quinta nella ricerca europea

L’Europa scommette nella ricerca con 540 milioni di euro. È questa la somma complessiva dei fondi assegnati dallo European Research Council (Erc), l’agenzia europea che dal 2007 finanza la ricerca d’avanguardia, a 222 ricercatori di 29 nazionalità diverse che svilupperanno i propri progetti nelle università di 20 paesi dell’Unione. I vincitori di questi “advanced grants” sono l’eccellenza emersa tra oltre 2000 domande in una selezione severissima che ha un tasso di successo dell’11% e nel quale le donne, a fronte del 19% delle proposte presentate, hanno conquistato il 20% dei fondi. Le idee finanziate spaziano dalle scienze della vita (69), alla fisica e all’ingegneria (99)e alle scienze umane (54) ma puntano tutte ad affrontare le sfide più pressanti del nostro quotidiano, dallo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti alternative a come aiutare il nostro organismo a sostenere un ritmo di vita estremamente serrato. L’Erc stima che lo sviluppo di queste ricerche dovrebbe portare, da solo, alla creazione di 2mila posti di lavoro. «Se il budget dell’Erc fosse stato più alto sarebbe stato possibile finanziare molte altre idee brillanti. C’è un sacco di spazio là in alto e spero che il prossimo programma quadro europeo, Horizon Europe, renderà ciò possibile» ha sottolineato il presidente di Erc, Jean-Pierre Bourguignon. Gli italiani, ancora una volta mostrano ottime capacità, ma un altissimo tasso di fuga dei cervelli.
Siamo quinti per numero di progetti dopo Gran Bretagna, Germania, Francia e Olanda, ma dei 23 progetti proposti da italiani, solo 13 saranno condotti in laboratori italiani anche se abbiamo la percentuale più alta di attrazione di stranieri. Tra i centri italiani spiccano l’Università di Firenze e La Sapienza di Roma. L’ateneo toscano ha visto infatti finanziare il progetto GenPercept di David Burr del Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco (Neurofarba) e Salute del Bambino e Scope, propsto da Pierangelo Geppetti del Dipartimento di Scienze della Salute. I finanziamenti hanno un valore di 2 milioni e 500mila euro ciascuno e avranno una durata quinquennale. La Sapienza porta a casa tre grants per un totale di oltre 6,7 milioni di euro. Giuseppe De Giacomo che ha visto finanziato con 2,5 milioni il suo WhiteMech (White-Box Self-Programming Mechanisms) studierà la realizzazione di sistemi dotati di intelligenza artificiale in grado di ri-programmarsi autonomamente per raggiungere nuovi obiettivi. Roberto Di Leonardo disporra di 1,6 milioni per il progetto Sygma, che ha un budget complessivo di 2,4 milioni in partnership con IIT, per esplorare la frontiera tra la fisica della materia e la biologia sintetica e creare un catalogo di parti genetiche in grado di trasformare cellule batteriche in micro-componenti meccanici configurabili e controllabili. Chris Marone ha ricevuto 2,6 milioni per il suo Tectonic (3.4 milioni complessivi in partnership con Ingv).

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