Ricerca Usa: "Mangiare troppi dolci spegne il gusto, rende insaziabili"

Indagine sui moscerini della frutta. Studio finalizzato a ridimensionare diabete e obesità nel genere umano
Tempi duri per i golosi, alle prese con diabete, sovrappeso, obesità e sindrome metabolica. Lo zucchero piace, in ogni momento della giornata, ma ora si scopre che mangiare troppi dolci tende a spegnere la percezione del senso del gusto nei neuroni preposti a questo compito, nel palato e a livello centrale, al punto da innescare un circolo vizioso che porta a richiedere quantità sempre maggiori di carboidrati per ottenere la stessa sensazione.
Curiosamente la ricerca, coordinata da Monica Dus dell’Università del Michigan (Usa) e pubblicata su Cell Reports, è partita dagli insaziabili moscerini della frutta. Alcuni studi suggeriscono che uno dei motivi per cui le persone mangiano sempre di più è perché non assaporano il cibo, specialmente i dolci. Ma non è stato ancora compreso in che modo le mutate percezioni sensoriali influenzino l’appetito e l’obesità. I ricercatori hanno cercato indizi nei moscerini, in gergo tecnico la Drosophila melanogaster, perché entrambi sono attratti dallo zucchero che, una volta ingerito, innesca la produzione di un neurotrasmettitore ben noto, chiamato dopamina.
I test sono partiti dalla selezione di moscerini geneticamente robusti, ai quali è stato limitato l’accesso agli zuccheri, e il loro gusto, si è visto, è rimasto inalterato. Altri moscerini, geneticamente incapaci di immagazzinare grasso, sono stati alimentati con una dieta ricca di zuccheri, condizione che ha fatto perdere loro la capacità di discriminare il gusto dolce. Per scoprire se la causa del cambiamento del gusto fosse dovuta allo zucchero o al sapore dolce del cibo, i ricercatori hanno preso un terzo gruppo di moscerini alimentati introducendo nella dieta dolcificanti artificiali.
Secondo la ricercatrice, se l’uomo risponderà in modo simile al modello di laboratorio, si potrà ipotizzare una limitazione di zuccheri nella dieta, tra quanti ne fanno un consumo smodato, una restrizione dietetica finalizzata a regolare i meccanismi di sazietà e l’assunzione di cibo, riducendo obesità e tutto quello che ne consegue.
quotidiano.net

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