Maturità dei Vip – Quando gli "Ultimo" saranno i primi

Nonostante il suo nome d’arte, sarà il più giovane artista ad esibirsi allo Stadio Olimpico di Roma dove porterà il suo tour “Colpa delle favole tour 2019”.
E così, a chi si considera “Ultimo” tra i banchi, Niccolò Moriconi consiglia di continuare ad impegnarsi. Perché spiega: “la scuola è importante: i risultati arriveranno e saranno di certo apprezzabilissimi. Ma nel frattempo, non smettete mai di dedicarvi alle vostre passioni e di farle crescere”
 
Partiamo dal futuro. Sei il più giovane artista italiano ad esibirsi in un palcoscenico come quello dello Stadio Olimpico di Roma. Ti senti di aver bruciato qualche tappa rispetto ai tuoi coetanei?
Sicuramente, il fatto di essere il più giovane artista italiano ad esibirsi allo Stadio Olimpico mi onora molto. È stato un anno in cui sono successe tantissime cose: ho pubblicato tre album, sono partito dal mio primissimo live in Santeria a Milano per arrivare ad un tour tutto sold out nei palazzetti italiani (il Colpa delle Favole Tour), no alla data allo Stadio Olimpico di Roma. Penso sia necessario essere bravi a mantenere, più che a conquistare un obiettivo, lavorando costantemente per migliorarsi, senza mai sentirsi “arrivati”.
 
Alla tua età quanto fa paura lo Stadio Olimpico di Roma?
È una grande emozione potermi esibire su un palcoscenico del genere, davanti a così tante persone. Come dicevo prima, è un vero onore. In generale, però, vivo i miei concerti tutti alla stessa maniera, dalle performance nei piccoli club no allo stadio. Ho un approccio al live molto diretto, lo definirei di pancia. La cosa per me più importante è quella di mettere sempre al centro la musica: con le scenografie abbiamo fatto un lavoro veramente bello, sia per il “Colpa delle Favole Tour”, sia per “La Favola” allo Stadio Olimpico. La produzione sarà notevole, ma ci sarà molta intimità. L’obbiettivo è quello di portare le piccole cose ad una grande platea.
 
Il tour che porterai in giro tra i più importanti PalaSport italiani risulta già tutto esaurito. Chi ama così tanto Ultimo? Ti sei fatto una idea del tuo pubblico?
Ciò che spero è di poter far emozionare chiunque ascolti le mie canzoni, dai bambini no agli adulti, condividendo i sentimenti e le circostanze che vivo quotidianamente e in cui il mio pubblico può riconoscersi. Mi piace in- contrare le persone per strada e fermarmi a parlare con loro, ne sono felicissimo. Mi piace quando i miei fan mi parlano di loro, mi raccontano della loro vita e delle loro esperienze, indipendentemente dall’età.
 
Possiamo tranquillamente svelare la tua data di nascita perché sei giovanissimo. Ma tutta questa determinazione da dove nasce?
La determinazione nasce dal duro lavoro a cui mi dedico quotidianamente per mantenere i risultati raggiunti. Lavorare ad un obiettivo, impegnarsi per raggiungere un sogno, significa già vivere il sogno: è importante lottare ogni giorno e darsi da fare per ottenere ciò che si desidera.
 
Capitolo maturità. Trauma, ricordo o vero momento di passaggio?
La maturità è certamente il ricordo di un punto impor- tante nella vita. Possiamo definirla anche un momento di passaggio tra una fase più adolescenziale e il momento in cui davvero senti di crescere, quel periodo in cui bisogna decidere cosa sarà della propria vita, mentre si è alle prese con la scelta del percorso universitario più adatto o ci si sta per cimentare in un lavoro che appassiona.
 
A 18 anni avevi già affrontato la prova “palco” e giuria, vincendo anche un importante premio canoro. L’orale della tua maturità non sarà quindi stata l’esibizione più difficile…
Certamente durante l’orale si sente una forte responsabilità, è la chiusura di un percorso di studi durato cinque anni, ero molto emozionato anche in quell’occasione.
 
Dietro le tue canzoni c’è una scrittura attenta e mai superficiale. Come è andata la prova di italiano?
L’unica prova di cui rimasi veramente soddisfatto al mio esame di Maturità fu quella di italiano: andò davvero bene. Scrivere mi è sempre piaciuto: è una passione che mi accompagna sin dalle scuole medie e che ho portato con me anche al liceo, dove ho continuato ad approfondirla e coltivarla.
 
Che differenza c’è tra una giuria canora e la commissione d’esame della maturità?
Secondo la mia visione, la differenza sta soltanto nel contesto. Trovarsi davanti a una giuria canora, in una situazione in cui l’esposizione è notevole, può spaventare: la cassa di risonanza è molto più ampia. Ma anche mostrare il proprio valore davanti ad una commissione scolastica non è semplice. In entrambi i casi, accanto allo studio e alla preparazione, entrano in gioco emozioni, tensione, adrenalina, in un mix che può dare la carica giusta ad affrontare il “palcoscenico”.
 
Di fronte al pubblico, come si mantiene la calma e il sangue freddo? Diamo un piccolo aiuto a chi dovrà affrontare la maturità quest’anno…
La cosa importante è sentirsi sicuri di ciò che si fa. Indubbiamente agli esami la tensione si farà sentire, in alcuni casi potrà essere molto forte. Nonostante ciò, è fondamentale credere in sé stessi e nel proprio percorso per affrontare al meglio questa grande prova.
 
Sappiamo che non ami molto i giochi di parole sul tuo nome d’arte. E allora a chi si considera un “Ultimo” tra i banchi, possiamo dirgli che potrebbe essere un primo nei numeri?
Assolutamente sì, la cosa importante, come dicevo prima, non è l’arrivo, ma il lavoro che si compie ogni singolo istante per raggiungere i propri obiettivi. A chi si considera “Ultimo” tra i banchi, consiglio di continuare ad impegnar- si. La scuola è importante: i risultati arriveranno e saran- no di certo apprezzabilissimi. Nel frattempo, non smettete mai di dedicarvi alle vostre passioni e di farle crescere.
 
Quale canzone dedicheresti a tutti i ragazzi che quest’anno si trovano a dover affrontare la maturità? Anche se può sembrare banale, dedicherei loro “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti: una canzone che racchiude non solo la parte scolastica dell’evento, ma tutti i momenti e le emozioni di quell’età, vissute nel corso di quell’anno scolastico.
 
 
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