“Posizione di abituale frequentazione e collaborazione scientifica”, questa l’accusa della Procura di Roma che ha richiesto il rinvio a giudizio a Pietro Masi, docente dell’Università Tor Vergata, e Francesca Leonardi, vincitrice di un conrcorso di ricercatore a tempo determinato (Diritto commerciale). Rispettivamente abusi di ufficio e falso in induzione lui, false dichiarazioni in concorso lei.
Ma la vicenda parte da lontano. Già negli anni precedenti l’Autorità nazionale anticorruzzione di Raffaele Cantone, l’Anac, proprio prendendo a spunto tale vicenda aveva aggiunto un’indicazione ulteriore alla questione del conflitto di interesse in campo accademico: “C’è un’incompatibilità tra un candidato a un concorso e un componente della commissione quando la collaborazione professionale o la comunanza di vita sfociano in una comunione di interessi economici di particolare intensità, tali da dar luogo a un vero e proprio sodalizio professionale”.
Gli uffici di Cantone, quindi, nel marzo 2017 passarono gli atti alla Procura di Roma che attivò la Guardia di Finanza e acquisì testimonianza e documenti dell’avvocato Giuseppe Cavallaro, secondo al concorso per ricercatore di tipo B e ora parte lesa. E’ emerso allora il rapporto quotidiano tra presidente e vincitrice: la scrivania nello stesso ufficio, le telefonate reiterate, il legame di collaborazione consolidato nel tempo. “Un palese conflitto di interessi”. E sono emersi particolari sulla prova in sé: “La candidata non sapeva tradurre un testo commerciale dall’inglese”, ha messo agli atti Cavallaro, “e quando ha detto “non è la mia materia” prima il presidente l’ha zittita platealmente e poi l’intera commissione le ha tradotto seduta stante il lavoro”.
La procura ha scoperto, ancora, che tra gli atti consegnati dall’università al ricorrente mancavano gli incarichi relativi all’attività didattica svolta dalla vincitrice. Quindi, una nota protocollata del direttore del dipartimento che avrebbe portato alla luce l’anomalia nel percorso formativo della Leonardi. Secondo la pm Alessia Miele, la ricercatrice al momento della candidatura avrebbe depositato un “curriculum vitae gonfiato” nei titoli e nel punteggio: non avrebbe mai tenuto lezioni all’università all’interno di un corso dedicato al Diritto commerciale farmaceutico, per esempio. I suoi pregressi rapporti con il presidente, tra l’altro, sarebbero stati noti anche al rettore Giuseppe Novelli, a processo per un’altra vicenda di concorsi a Tor Vergata. Dall’altra parte, il presidente Masi avrebbe manipolato l’esito del concorso tenendo nascosto il suo stretto rapporto con la candidata.
In un primo tempo il Tar del Lazio aveva respinto il ricorso dell’avvocato Cavallaro: nessun conflitto di interessi. Dopo l’annullamento del concorso da parte dell’ateneo, il Tribunale amministrativo è tornato sui suoi passi. Tor Vergata, però, non ha mai escluso la vincitrice e non ha bandito alcun nuovo concorso né insediato un’altra commissione. La ricercatrice Francesca Leonardi è ancora in dipartimento nonostante il bando congelato: per la Corte dei conti è partito un esposto per danno erariale nei confronti del direttore generale dell’università.
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