Bari, studentessa disabile denuncia: "Voglio iscrivermi all'Università ma nessuno vuole affittarmi una stanza"

Donatella ha la Sma, vive a Canosa ma vorrebbe trasferirsi a Bari per frequentare Beni culturali. “Cerca una stanza per me e mia madre e mi dicono che saremmo un ostacolo per gli altri studenti”

“Avevamo capito che Non era un paese per vecchi valeva solo nei film e nella letteratura. Non ci saremmo aspettati che questo paese, e in esso la Puglia, non fosse neanche un paese per diversamente abili”. Lo dice senza remore Donatella Suriano, studentessa ventiduenne, diversamente abile di Canosa di Puglia: “Nessuno vuole affittarmi una stanza”.
Lei vorrebbe condurre la vita di tanti, per esempio, iscriversi all’università, come ha tentato di fare presso Scienze dei Beni Culturali, “ma mi sta diventando sempre più impossibile tale scelta”. Le lezioni all’università di Bari cominciano il primo ottobre e Donatella dovrebbe trovare una casa in cui abitare in città. Impossibile. “Non solo i proprietari di casa ma anche gli eventuali coinquilini non sono disposti ad accettarmi, per cui l’unica decisione che mi resta è quella di mollare”.

Anche perché le parole che si sente dire sono pesanti come macigni: “Nessuno verrebbe in questo appartamento, se ci fossi già tu, continuano a dirmi in tanti”. Donatella vive con sua madre, uno dei due fratelli più grandi e un cagnolino di dodici anni. Lei ha la Sma (Atrofia Muscolare Spinale), ed è per questo che non è facile trovare una stanza doppia, utile per ospitare anche sua madre.
“Se all’inizio della ricerca il problema principale sembravano essere solo le barriere architettoniche, perché a Bari, spesso, nei condomini se c’è l’ascensore o è troppo piccolo o vecchio o c’è bisogno di fare le scale prima di raggiungerlo, i problemi che sto riscontrando ora, giorno per giorno, sembrano fuori dal tempo”. Infatti, quando Donatella e sua madre si sono messe alla ricerca della casa, anche in una zona abbastanza lontana rispetto all’Ateneo, “zona San Pasquale, al racconto sulle mie condizioni fisiche, io e mia madre siamo spesso liquidate senza mezzi termini”.
I proprietari delle case e i coinquilini sostengono: “che gli altri studenti non si sentirebbero liberi, ‘ché io, o forse più mia madre, saremmo un ostacolo alla loro libertà: per questo i proprietari degli immobili preferiscono assecondarli, per non trovarsi in difficoltà qualora restassi in quella casa”. Donatella ha fatto domanda per avere la possibilità di ottenere una stanza mediante l’Adisu (l’ente per il diritto allo studio), “ma le graduatorie escono il 27 e io devo affrettarmi con il trasloco. E poi, non mi piace per nulla l’idea che un diversamente abile deve affidarsi solo alle strutture solo pubbliche, a quelle religiose”.
“Io voglio avere il diritto, come cittadina, di fittare una casa, anche come privata cittadina. Ciò in questa città, nel 2019 non è possibile!”. Il primo ottobre  ci saranno le prime lezioni all’università, “che faccio: rinuncio, continuo a lottare, a raccontare per cambiare le cose? Qualcosa devo pur farla, devo muovermi, visto che la vita mi ha già costretta ad una mobilità che almeno lascia libera la mia testa”.
larepubblica

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