Concorsi scuola, Fioramonti: «Presto un bando per 24mila posti»

Il ministro dell’istruzione a Porta a Porta: «No al bonus merito, si rischia di disincentivare». Sull’aumento ai prof: «Un mio impegno. Onere non indifferente»
Lo scontro istituzionale che si è consumato il mese scorso e si è concluso con la formazione del nuovo governo ha avuto tra le tante conseguenze l’ennesimo rinvio dei concorsi della scuola. Ma il neoministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha assicurato che intende far partire i bandi entro fine 2019. Intervistato da Bruno Vespa a Porta a Porta giovedì, su Rai1 , il ministro ha detto: «Sto lavorando a un concorso straordinario per 24 mila posti. Nelle anticipazioni uscite sull’intervista, ha spiegato che «l’accordo con i sindacati prevede genericamente almeno 24mila posti tramite un concorso straordinario» per i docenti scolastici. «Poi – ha aggiunto – come prevede la legge, dovremmo immettere a ruolo un numero equivalente di persone con un percorso ordinario». Il ministro ha chiarito che «il concorso ordinario deve essere la via principe per entrare in ruolo». Però c’è un «passato» da gestire: «Abbiamo 120 mila precari della scuola che insegnano ai nostri figli», ha ricordato il ministro. «C’è già un decreto legge del precedente ministro, “salvo intese”, di fatto non approvato. Ora – ha concluso Fioramonti – stiamo lavorando per fare in modo che si garantisca che chi riuscirà a entrare con un concorso straordinario sia selezionato sulla base dei titoli e del merito». Quindi non sarà una «sanatoria» ma avrà carattere selettivo.

I 100 euro

In uno dei salotti televisivi più noti nel Paese, il ministro è tornato anche sul tema dell’aumento dei 100 euro per gli insegnanti: «Mi piacerebbe moltissimo poter dire vi paghiamo molto, molto di più. È mio impegno lavorare sull’aumento dello stipendio degli insegnanti: non è solo un problema di stipendio, ma anche di ruolo sociale. Cento euro è un primo passo importante, se ne va più di 1 miliardo di euro. Cominciamo a pagarli di più e a chiedere anche di più da parte loro».
Diversi gli argomenti toccati dal conduttore e dal ministro, tra cui il governo Conte 2 e le direzione che l’esecutivo sta prendendo con le sfide importanti che attendono l’Italia nei diversi campi, dall’economia fino all’istruzione, suo ministero di competenza.

No al bonus

Il nuovo responsabile di viale Trastevere è tornato anche a ribadire che il bonus merito andrebbe abolito, perché avrebbe addirittura l’effetto opposto rispetto a quello auspicato: «Non serve incentivare quello che è già parte del dovere di ogni singolo docente, per ottenere dalla classe docente l’impegno dovuto. Gli insegnanti devono essere pagati in modo dignitoso per quello che fanno». Mentre «se basassimo lo stipendio e i bonus solo su quello che i docenti fanno extra, potremmo avere l’effetto opposto, cioè una disincentivazione».
corriere.it

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