Buone pratiche diffuse, un approccio innovativo e la capacità di mettersi in gioco, tanto da essere il primo, tra i sistemi di istruzione superiore dei Paesi del G7, a partecipare al progetto HEInnovate (www.heinnovate.eu). È questo il profilo del sistema di istruzione superiore italiano che emerge dal Rapporto della Commissione Europea e OCSE illustrato questa mattina al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca alla presenza del Ministro Lorenzo Fioramonti.
Lo studio HEInnovate sulla promozione dell’imprenditorialità e dell’innovazione nelle università italiane mette in luce l’impatto nella società del sistema di istruzione superiore italiano e offre delle indicazioni per migliorare strategie e azioni di innovazione sulla base delle esperienze raccolte in 11 università: Roma Tor Vergata, Federico II di Napoli, Palermo, Bari, Cagliari, Bologna, Siena, Scuola Superiore Sant’Anna e Scuola Normale di Pisa, Politecnici di Milano e Torino.
“Questo rapporto è importante perché ci indica con chiarezza dove siamo e dove vogliamo andare” – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti -. “Abbiamo di recente modificato i parametri della VQR, il sistema di valutazione della ricerca, per incentivare sempre di più la collaborazione tra discipline diverse e la collaborazione tra università e sistema produttivo, enti no profit, istituzioni pubbliche. Dobbiamo promuovere una modalità di lavoro transdisciplinare. Questo perché l’innovazione e la ricerca – principali volani di sviluppo – nascono sempre più spesso dalle collaborazioni tra realtà diverse che mettono insieme esigenze di ricerca e di mercato. Questo va promosso in Italia affinché alla ricerca possano affluire risorse sempre maggiori, come avviene in Corea, in Israele o nella Silicon Valley”.
E per il futuro? Secondo il rapporto HEInnovate sarebbe importante sviluppare una strategia nazionale condivisa, che distribuisca risorse crescenti al sistema delle università e stabilisca le condizioni per una sinergia fra più ministeri. È necessario un approccio più strutturato, per sfruttare al meglio le opportunità offerte da politiche come “Industria 4.0”, dalle Strategie di Specializzazione Intelligente delle Regioni e altre iniziative dell’Unione Europea per creare grandi reti di innovazione e scienza.
Secondo il Rapporto, l’Italia ha dimostrato di avere la capacità di promuovere un’Università 4.0. Per raggiungere questo obiettivo, il documento consiglia di sviluppare iniziative politiche che sfruttino le diverse pratiche istituzionali e mettano gli atenei nella condizione di generare valore per i propri ecosistemi: ciò richiede risorse finanziarie e procedure innovative di monitoraggio e valutazione. Le politiche a sostegno dell’impegno nell’istruzione superiore dovrebbero essere coerenti con le traiettorie di sviluppo degli ecosistemi imprenditoriali locali.
Il Rapporto raccomanda, inoltre, di supportare le esperienze eccellenti e migliorare le loro relazioni con il sistema nazionale. Infine, è importante generare un sistema universitario sempre più coeso che colleghi tutte le istituzioni di tipo universitario. In particolare, l’OCSE e la Commissione Europea suggeriscono di promuovere l’interazione tra le lauree professionalizzanti e gli Istituti Tecnici Superiori (sistema ITS), cruciali per generare molte delle competenze di cui il Paese ha bisogno.
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