Le università che offrono le "prospettive di retribuzione" sono quasi tutte private

Ricevere un buono stipendio dopo anni di studi? Se si vuole avere una sicurezza economica senza rischi basta studiare nelle università private come Bocconi o LUISS. Almeno secondo la classifica di ‘University report’ che mostra le migliori università italiane che offrono “prospettive retributive” future più alte.
La graduatoria, stilata seguendo lo studio condotto dall’Osservatorio Jobpricing in partnership con Spring Professional (società del gruppo Adecco), è stata fatta anche in base al calcolo degli stipendi nei primi dieci anni di carriera: i più alti sono dei laureati Bocconi (35.500 euro lordi annui), al secondo posto il Politecnico di Milano (32.905 euro lordi annui) e a seguire l’università LUISS Guido Carli (32.870 euro lordi annui). All’ultimo posto della classifica si colloca l’Università degli studi di Messina (meno di 29 mila euro lordi annui). E la media nazionale degli stipendi dei laureati italiani nell’arco dei primi dieci anni di lavoro è di 30.480 lordi annui.
La classifica cambia, così come segnala Repubblica, se si calcola la media degli stipendi dei laureati dopo i 45 anni di età, in questo caso i primi tre posti sono tutti occupati da atenei privati: Bocconi (63.861 euro lordi annui), Cattolica di Milano (61.040 euro lordi annui) e LUISS Guido Carli (58.892 euro lordi annui).
“Rispetto all’ingresso” queste sono le università che “consentono una crescita molto significativa della retribuzione che va dal 79% della LUISS all’80% della Bocconi, fino all’87% della Cattolica”, secondo quanto si legge nel report. Per quella ristretta élite che se lo può permettere è un investimento sul proprio futuro insomma. E a dirlo è anche l’Ocse: studiare in un ateneo italiano privato costa circa il triplo di quello pubblico, ma la retribuzione annua lorda per chi ne esce ripaga. Chi ha studiato in queste università private ha una retribuzione superiore rispetto a quelle pubbliche di 6.500 euro lordi annui, 45.553 euro contro i 39.026 degli atenei statali.
E per il tipo di studi? Come sempre in generale sono le facoltà scientifiche che consentono sia l’ingresso a livelli retributivi maggiori che una crescita del salario più sostenuta nel corso della carriera. Ma chi guadagna di più? Al primo posto i  biologi nei primi dieci anni di ingresso nel mondo del lavoro (RAL media 35.410 euro), ma tra i 25 e i 54 anni sono le lauree in Ingegneria Chimica e in Chimica a offrire la busta paga più alta.
 

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  1. I laureati delle università private hanno prospettive di lavoro migliori non per merito dei rispettivi atenei, ma per il fatto che provengono da famiglie di livello socio – economico elevato. Di conseguenza, trovano facilmente lavoro mediante una rete altamente estesa di conoscenze e amicizie familiari.
    In merito alle università private italiane, è da notare che i rispettivi corsi di laurea sono quasi tutti di tipo economico e sociale (economia, giurisprudenza, lettere …); le lauree mediche e scientifiche sono poco rappresentate e i corsi di ingegneria sono pressoché inesistenti. La ragione è semplice: le lauree scientifiche e tecnologiche richiedono laboratori con attrezzature e software decisamente costosi.
    Ecco due link molto esplicativi:
    https://www.roars.it/online/laurearsi-in-una-universita-privata-avvantaggia-nel-mercato-del-lavoro/
    https://massimorosa.blogspot.it/2013/03/spam-business-school_6.html

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