I docenti si formano giocando con i Lego, una scuola all’avanguardia

I docenti giocano con i Lego. Già, i famosi mattoncini che tanto piacciono ai bambini di ogni epoca per una volta hanno fatto divertire i professori. Anzi, ne hanno promosso la formazione.
E’ successo alla scuola media “Piersanti Mattarella” di Modena, una scuola all’avanguardia, dove quasi tutto è digitale, compresi i libri e dove gli alunni familiarizzano fin da subito con tablet e varie tecnologie. Robotica, realtà virtuale, ma anche cinema, radio e food entrano in classe. Laboratori versatili a disposizione di tutta la città. E ancora: badge elettronico per l’ingresso degli alunni, aule a tema, laboratori di robotica, coro, teatro in inglese: la scuola media Piersanti Mattarella di Modena, diretta dal preside Daniele Barca, è tra le scuole più innovative d’Italia.
Proprio qui, in questa scuola, che fa parte dell’Ic3 cittadino, nei giorni scorsi si è svolta una giornata di formazione e innovazione, intitolata “Lego Education Spike Prime Day”, un titolo che richiama il concetto di robotica educativa, rivolta a docenti e dirigenti delle scuole primarie e secondarie di I grado, nel quadro dell’offerta formativa emiliano romagnola  intitolata “Future Labs – Spazio LEO”. La giornata è stata realizzata dall’istituto con la collaborazione del Servizio Marconi TSI – Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e di CampuStore.  L’evento voleva essere l’occasione per provare in anteprima soluzioni educative Lego basate sul nuovissimo kit di robotica Lego Education Spike Prime.
La formazione prevedeva la presentazione generale del set di robotica Spike  Prime e una serie di laboratori operativi in cui gli insegnanti coinvolti hanno potuto mettere mano al prodotto e provarne peculiarità e possibilità di utilizzo didattico. I professori a questo punto si sono cimentati su una pista di lavoro dove, con i mattoncini in mano – i giochi a incastro erano collegati a motori e sensori – hanno provato a sviluppare idee in modo collaborativo. Per esempio hanno cercato di trasformare la loro classe immaginaria in una classe di inventori giocando su loro stessi. Si sono pure cimentati con l’applicazione della sicurezza nelle materie “Steam”, che sta per “scienza, tecnologia, ingegneria, arte e matematica” e che combina mattoncini Lego corredati di motori e sensori, linguaggio di programmazione in Scratch 3.0 e un hub multiporta programmabile per controllo e data logging. Ogni docente ha partecipato a due diversi laboratori, su due turni. Ciascun laboratorio aveva un massimo di 20 partecipanti.
Sia la conferenza d’apertura, sia i laboratori sono stati tenuti da formatori certificati Lego Education e da docenti del Servizio Marconi TSI, che ha potuto provare il prodotto in anteprima nell’ambito di un percorso formativo tenutosi presso la sede dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) di Noordwijk (Paesi Bassi). “Un’occasione unica, un’autentica ‘prima’ – spiega Beatrice Abbati, docente di Tecnologia e l’animatrice digitale dell’Ic3 di Modena, una delle 28 scuole selezionate a livello nazionale, solo due in Emilia Romagna – per coniugare spunti e contaminazioni internazionali e qualità e lungimiranza didattica italiana”. La stessa professoressa Abbati ha nel frattempo anticipato in un servizio di Gabriele Farina per la Gazzetta di Modena un progetto a cui stanno già lavorando le studentesse e gli studenti delle Mattarella. Gli alunni, rivela l’animatrice digitale  “stanno ultimando rilevatori della crescita delle piante in una piccola serra di ottanta centimetri per spigolo”.
L’approccio è quello della programmazione a blocco. “I ragazzi riescono a comprendere e applicare codici senza ricorrere a righe di comando così possono applicare azioni quali le ripetizioni, i loop”. L’aspetto della programmazione, prosegue, “prescinde dal digitale perché coinvolge i processi logici. I Lego possono essere molto divertenti e utili per nuovi progetti a livello educativo e lavorativo, è un’evoluzione anche da un punto di vista professionale. La creatività lascia un po’ lo spazio a una progettazione che si riesce a realizzare. I ragazzi a volte fanno progetti che non si possono concretizzare per l’assenza delle tecnologie. Con i Lego invece c’è il vantaggio di vedere l’applicabilità delle idee”.
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