Alla fine l’hanno spuntata. La battaglia iniziata neanche un anno fa dall’Udu – il sindacato degli studenti universitari – è approdata in questi giorni alla decisione del Tar Lazio di annullare la procedura concorsuale indetta dalla Sapienza. Quella che, nel ‘caldo settembre’ del 2007, ha portato a galla gli scandali sull’ accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia.
E pensare che, in un primo momento l’ Avvocatura dello Stato si era espressa in modo contrario alla possibilità di invalidare i quiz sottoposti alle tante matricole che sgomitavano per un posto a Medicina. L’annullamento di uno o due quesiti, infatti, sarebbe bastato – a detta dell’organo di tutela delle pubbliche amministrazioni- a mantenere valide le prove. Senza che si tenesse conto, cioè, dello spreco di tempo e della concentrazione mancata da parte dei candidati, perché è proprio su questo punto che il sindacato ha voluto che si soffermasse l’attenzione dei magistrati.
La decisione, comunque, ha portato con sé un’altra grande vittoria: il suggerimento che il Tar Lazio ha rivolto al legislatore perché le materie oggetto dei test, da qui in avanti, siano nei loro contenuti davvero conformi alla volontà di individuare gli studenti più versati nello studio della medicina.
Manuel Massimo
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