SNC per ricucire la frattura generazionale

borea.jpgRazionalizzazione dei processi per reperire fondi, progetti pluriennali per enti di rilievo e una data tutta nuova per festeggiare la ricorrenza annuale. A capo dell’Ufficio nazionale per il Servizio Civile da circa due settimane, Leonzio Borea, avvocato penalista e senatore nel 2001, ha già le idee chiare sulla nuova direzione da dare. Tanti piccoli aggiustamenti qua e là e una sola, unica priorità: la valorizzazione di giovani motivati per vincere la frattura generazionale che caratterizza il terzo millennio.
Direttore, nel suo saluto di insediamento parla di una progressiva diminuzione dei volontari e del suo impegno ad invertire questa tendenza. Pensa che ci riuscirà, anche considerando le difficoltà finanziarie in cui verte il Paese?
L’Ufficio Nazionale ha avuto assicurazione dal Sottosegretario alla Presidenze del Consiglio, senatore Carlo Giovanardi, che ha anche la delega al Servizio Civile, dell’impegno nella ricerca di reperire maggiori fondi attraverso una razionalizzazione delle operazioni avviate fino ad oggi. Ad esempio una via potrebbe essere quella di utilizzare i fondi accantonati in bilancio per i contributi Inps. L’impegno del Sottosegretario infatti è teso a chiarire la questione della contribuzione e se la procedura di verifica si concluderà positivamente avremo dei fondi che recupereremo e destineremo ad un bando straordinario tra agosto e settembre. Altri soldi poi potrebbero arrivare dallo sblocco di circa 33 milioni di euro accantonati come fondi di bilancio dallo scorso governo.
C’è già qualche altra novità in cantiere nei primi giorni del suo mandato?
Ebbene sì, una novità c’è. Il Sottosegretario ha voluto cambiare la data della festa del Servizio Civile Nazionale e fissarla il 6 marzo data in cui fu approvata la legge 64/2001 che istituisce il Servizio Civile. Erroneamente era stata stabilita il 15 dicembre facendola coincidere con la legge sull’obiezione. Ma ormai non abbiamo più nulla a che vedere con quel testo.
Sotto quale segno andrà la sua direzione?
Noi vogliamo che questa macchina cammini bene, ne ho parlato anche con i nostri dirigenti. Non dobbiamo fermarci di fronte ad orpelli normativi o legislativi, e se ce ne fossero chiederemo al nostro Sottosegretario di modificarli per far funzionare tutta l’Ufficio e ottimizzare le potenzialità che abbiamo: spero che il prossimo bilancio tenga presente questa nostra prospettiva.
Cosa pensa dell’obbligatorietà del Servizio Civile Nazionale?
Su questo siamo contrari. Pensi che siamo sommersi da obiettori che ci chiedono la revoca del loro status per i divieti che questo comportava: no porto d’armi, no licenza di caccia ecc. Noi non vogliamo obbligare nessuno, vogliamo valorizzare risorse umane, giovani convinti di servire la patria rendendosi utili ad aiutare un disabile o un anziano ad esempio.
Qual è il vero significato di un’esperienza come il Servizio Civile Nazionale?
Vede, tra i problemi del terzo millennio, io ne individuo uno in particolare, la frattura tra generazioni. Abbiamo una popolazione di anziani che va sempre più aumentando e una popolazione di giovani che spesso dialoga con difficoltà con loro, che li ignora. Nelle famiglie di una volta il nonno era il saggio, era molto amato, non c’erano situazioni di abbandono delle persone anziane. Secondo alcuni sociologi la frattura si colma con la formazione continua, io invece credo che uno dei possibili elementi per colmarla sia proprio il servizio civile. Perché un giovane motivato crea con l’anziano un rapporto di arricchimento reciproco, più sbilanciato verso il ragazzo. Sono questi i valori che vorremmo rinvigorire.
Quale slogan utilizzerebbe per promuovere il SCN?
Quest’anno la frase è “Un anno da non perdere”, ma io preferirei “Un anno per crescere”. Noi vogliamo fare in modo che i volontari siano persone convinte di voler fare questa esperienza per sé e per gli altri. Capaci di considerare la vecchiaia come un tesoro, è questa l’ottica non solo mia, ma anche del Sottosegretario Giovanardi che ha visto nascere il Servizio Civile e ci ha sempre creduto. In breve vogliamo giovani motivati.
Crede che il Servizio Civile a volte diventi un modo per i giovani, magari neolaureati, di passare del tempo in attesa di una prima occupazione?
Io ho visto molti progetti fatti dalle università, molte volte dedicati ai laureati. Uno ad esempio a Salerno, “Welcome 2008”, diretto a giovani neolaureati. Per loro restare nell’ambito universitario può essere l’opportunità di mantenere contatti con la loro facoltà e penso che queste forme siano da incentivare, rientrano nello specifico ambito della cultura.
C’è qualcosa che si sente di voler cambiare nel SCN rispetto a come è stato fino ad oggi, in questi sette anni di vita?
Sicuramente c’è bisogno di omogeneizzare i criteri di valutazione nelle diverse regioni e la necessità di fare controlli. Ho poi un’idea che serve anche a snellire i nostri uffici: il sottosegretario Giovanardi sta valutando la possibilità di autorizzare progetti pluriennali. Enti di prima fascia certificati dalla propria storia, come la Caritas, l’Avis e associazioni che hanno dato prova per anni di serietà, potrebbero vedersi autorizzate a fare progetti pluriennali anziché presentare ogni anno un progetto sempre uguale nelle finalità. Il risultato sarebbe uno snellimento anche del lavoro degli uffici di valutazione ed un’economia di spesa anche per gli enti.

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  1. Ho fatto il servizio civile ed è stata un’esperienza veramente importante. Mi ha rafforzato, arricchito, ho avuto modo di conoscere tante persone che mi sorridevano: alcuni per dirmi “grazie”, altri per farmi capire che una nuova amicizia era nata. Sono d’accordo con il Direttore quando dice che lo slogan dovrebbe essere “un anno per crescere”: ho imparato, ho conosciuto nuove realtà e, in una parola, sono diventata più grande.

  2. Sono sempre stato affascinato dall’idea di effettuare un’esperienza nell’ambito del Servizio Civile Nazionale. E’ bello leggere queste parole del nuovo Direttore, che condivido in molti punti e che rafforzano in me la convinzione di voler effettuare questa scelta, che sicuramente mi arricchirà e mi farà crescere come persona.

  3. io posso solo dire che sono una delle tante ragazze che ha presentato quest’anno per la prima volta una domanda per poter effettuare nel mio comune il servizio sociale (un bando con scadenza il 7 luglio). Abito in un piccolo paese dove la gente che avrebbe bisogno di assistenza è veramente tanta, non parlo solo di bambini con disturbi o di anziani infermi, faccio riferimento anche all’eccessiva quantità di persone anziane che hanno bisogno di aiuto anche solo per compilare un semplice documento.
    Spero di essere tra quelle 2 persone che otterranno il posto di antenne sociali nel mio comune….
    Dare un aiuto a ki ne ha bisogno riempie il cuore e soprattutto l’anima

  4. Il titolo dell’articolo è molto eloquente; spero che questa “frattura generazionale” si ricucirà quanto prima e ringrazio chi lavora per riuscirci; viviamo in un paese in cui pochi danno importanza alla storia, un paese dalla memoria corta che dimentica in fretta i suoi errori come le persone che l’hanno costruito. Mettere da parte una persona anziana non è solo un atto di insensibilità ma anche di enorme stupidità in quanto dimostra una totale chiusura verso qualcosa che, al contrario, potrebbe essere di grande arricchimento.

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