Viaggio nel mondo dei Master: Il decalogo per non sbagliare

decalogo.jpgEcco un utile vademecum per affrontare al meglio la scelta del Master. Nella nostra Guida in edicola troverete tutte le informazioni per muovervi con disinvoltura in un’offerta sterminata.
Quali sono i criteri che aiutano a destreggiarsi nella scelta? Tanti, diversi e tutti ugualmente importanti. Questi sono i dieci aspetti da considerare e valutare prima di iscriversi ad un master.
1. I master non hanno valore legale
Detto così sembra che tutti i master siano una sorta di truffa. In realtà significa che nessuna legge regolamenta questo genere di corsi. Quindi a differenza di “laurea”, il master non è un termine protetto e chiunque può utilizzarlo come meglio crede, per indicare corsi anche molto diversi (in termini di durata e impegno richiesto) l’uno dall’altro.
2. Master anglosassone vs master made in Italy
Sebbene il termine sia stato pescato dal mondo anglosassone, in Italia il master è ben diverso da quello che si propone all’estero. Fuori dai confini nazionali infatti il master rappresenta un titolo di secondo livello universitario, esattamente quello che da noi è la laurea specialistica. In Italia quindi si tratta di corsi di perfezionamento, che a partire da una circolare del 1997 del ministro Berlinguer, hanno assunto un nome con maggiore appeal: master appunto. È per questo che se dopo un master vorrete sbandierare il nuovo traguardo raggiunto, non vi daranno molto retta: lì i master nostrani non sono riconosciuti.
3. Master di primo e secondo livello
I master universitari si distinguono in master di primo e secondo livello. Ai primi si possono iscrivere i laureati triennali, ai secondi chi è in possesso di una laurea specialistica. I master di primo livello garantiscono 60 crediti formativi, quelli di secondo 120.
E più specificamente in un singolo master dovete fare attenzione a quello che riassumiamo nei prossimi sette punti.
4. L’edizione
Di primo impatto potrà sembrare insignificante, ma conoscere l’edizione è fondamentale, perché dice molto sul “successo” che il master, nel corso degli anni, ha saputo riscuotere. Il ragionamento è semplice: se si replica per la venticinquesima volta forse, è lecito pensare che abbia avuto dei buoni risultati. In caso contrario è un po’ come se si azzardasse a fare da cavie per un’avventura dagli esiti incerti, oltre che esageratamente costosa. […] 5. I costi
Sono la nota dolente di ogni master. Di sicuro un aspetto che non va sottovalutato, a meno che non valga la formula del “soddisfatti o rimborsati”, ma le cose purtroppo non funzionano così. E una volta versati, i soldi, non tornano più indietro. Nel tentativo di trovare un indizio che possa far capire se ci si trova di fronte ad un master più o meno valido, si è soliti pensare che l’affidabilità sia da rapportare al costo: più è alto maggiori sono le prospettive occupazionali, è il ragionamento che si fa. L’assioma non è dei più validi, valutare se un master è buono o no solo in base a questi parametri lascia in sospeso altre questioni, che invece sono di eguale importanza. […] 6. I docenti
C’è poi la questione relativa ai docenti. Meglio se provengono dal mondo imprenditoriale o comunque, dal settore per il quale si aspira a lavorare. Uno staff docenti composto solo da professori universitari sarebbe un azzardo, il rischio è che si possano riprodurre lezioni di stampo universitario, senza che si aggiunga nulla al bagaglio di partenza, se non nozioni teoriche, proprio quelle di cui si è fatto il pieno negli anni dell’università […] 7. L’importanza dello stage
Un master senza stage, e ce ne sono, rende privo di significato ciò che si sta facendo. È come un corpo senza un arto, perché a mancare è l’esperienza pratica, quella che si svolge in un vero contesto lavorativo. Il “saper fare” è tutto, quando non c’è può essere la causa di una mancata assunzione. […] 8. Placement
Ricordatevi di chiedere sempre qual è la percentuale di placement delle edizioni precedenti. Capire quali possibilità hanno avuto i colleghi che vi hanno preceduto può dare un’idea di massima della spendibilità del master.
9. La certificazione
Non tutto è perduto, una bussola forse c’è (almeno per alcuni): l’accreditamento Asfor. Si tratta dell’Associazione Italiana per la Formazione Manageriale. Nata nel 1971 per diffondere la cultura di gestione, si propone come compito quello di qualificare l’offerta di formazione manageriale presente in Italia, in modo da adeguare i contenuti dei master alle reali esigenze del mercato. […] 10. MBA
Con la sigla “MBA” ci si riferisce a un percorso post laurea altamente selettivo e costoso, che però rappresenta un ottimo trampolino di lancio verso il mondo del lavoro attraverso stage qualificati e progetti in azienda. Il Master in Business Administration è un corso di formazione manageriale orientato a fornire ai partecipanti una formazione di general management su tutte le tematiche di gestione di impresa. […]

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