Dl Gelmini, una questione di fiducia

camera.jpgIl rientro anticipato dalle vacanze c’è stato, ma molti deputati non se ne sono neanche accorti: il 5 gennaio alle ore 16 presso la Camera si è svolta una seduta tra pochi intimi. All’ordine del giorno c’era la conversione del Dl Gelmini del 10 novembre, già approvato dal Senato. L’intenzione di “blindare” il testo così come uscito da Palazzo Madama, senza ulteriori modifiche, era nell’aria. E la nona richiesta di porre la fiducia (in nove mesi dall’inizio della Legislatura) sul provvedimento è arrivata, puntuale.
Dopo pochi minuti dall’inizio dei lavori l’annuncio del ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito: “In considerazione della scadenza del Dl prevista per il prossimo 9 gennaio il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti, né articoli aggiuntivi dell’articolo unico che è stato licenziato dalla commissione Cultura identico al testo approvato in Senato”. Il ministro Mariastella Gelmini ha dichiarato soddisfatta: “Oggi è stato compiuto un passo importante”. Di tutt’altro avviso l’opposizione.
“Un ostacolo al dialogo”. Il ministro ombra dell’Istruzione Mariapia Garavaglia non ha usato mezzi termini: “Il ricorso alla fiducia per il decreto Gelmini rappresenta un atto grave con il quale la maggioranza pone un ostacolo enorme ad ogni possibile opzione di dialogo su un tema fondamentale come l’università”.
“Una strada sbagliata”. La capogruppo del Pd in Commissione Cultura alla Camera Manuela Ghizzoni è intervenuta decisa: “Giudichiamo offensivo che il ministro Vito usi come motivazione della richiesta di fiducia sul decreto università una sostanziale condivisione del provvedimento. In realtà – aggiunge – al Senato sono stati accolti solo pochi emendamenti formali e qui non è stato possibile alcun confronto di merito. Il tempo a disposizione ci sarebbe stato, ma il governo ha scelto un’altra strada”.
Ad ogni modo i lavori nell’aula della Camera sono stati aggiornati a oggi pomeriggio: la conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha deciso che alle 16 ci saranno le dichiarazioni di voto per la fiducia, mentre alle 17 è previsto il voto finale. A causa del maltempo, soprattutto al Nord, sono stati cancellati molti voli per la Capitale: per questo il calendario di oggi è stato posticipato di due ore e mezza (18.30 dichiarazioni, 19.30 voto). Domani giovedì 8 gennaio invece – salvo ulteriori sviluppi – le dichiarazioni di voto sono in programma alle 12 e un’ora dopo è fissato il voto finale del provvedimento.

Manuel Massimo

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