Scuola, check-up di un binomio incompiuto

gelminilaterza.jpgA poche ore di distanza dall’emanazione della circolare sui testi scolastici, che di certo le case editrici non hanno accolto favorevolmente, il ministro di Istruzione, Università e Ricerca Mariastella Gelmini è stata ospite presso la sede romana degli Editori Laterza, in occasione della presentazione del “Rapporto sulla scuola in Italia 2009” della Fondazione Giovanni Agnelli: un incontro in cui si è fatto il punto della situazione, dando qualche indicazione in più sullo stato di salute del mondo scolastico, a partire dal binomio incompiuto autonomia/valutazione.
Già, perché l’ambizioso obiettivo di questa pubblicazione è di “iniziare un percorso di ricerca che sia al contempo motivo di discussione e riflessione”, come ha sottolineato Alessandro Laterza, amministratore delegato del Gruppo, mentre attendeva impaziente l’arrivo del ministro Gelmini (“o si dirà ministra?” si chiedeva e domandava alla platea, in cerca di conferme).
amarcord.jpgIn prima fila l’onorevole Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera, ma anche Ricardo Franco Levi del Pd. La sala, gremita all’inverosimile vista anche la capienza limitata, ospita sulle sue pareti un imperdibile amarcord letterario/librario con decine di fotografie in bianco e nero degli autori e delle personalità che sono passate di là.
Prima di iniziare i lavori, però, il padrone di casa si toglie subito un sassolino dalla scarpa: “Spero che le novità introdotte dalla circolare non creino problemi al comparto dell’editoria scolastica”. Qualche maldipancia, stando ai rumors e alle impressioni registrate, lo hanno già provocato tra gli operatori del settore.
Il vicepresidente della Fondazione, John Elkann, imposta il suo intervento guardando al futuro con positività: “Il tema dell’istruzione è fondamentale per dare sviluppo al Paese e questo nostra pubblicazione si rivolge alla scuola di oggi ma soprattutto a quella di domani”. Il cambiamento, a suo avviso, non è più procrastinabile: “Non basta gestire e rattoppare l’esistente: è necessario cambiare”. Ma in quale direzione?
Qualche risposta arriva dal direttore dell’Istituto Andrea Gavosto, nella sua relazione illustra le criticità del sistema-Scuola ipotizzando come correttivi l’abolizione delle graduatorie regionali e la creazione di un albo nazionale dei docenti oltreché un sistema di retribuzione differenziato e premiale che tenga conto dell’impegno e delle buone pratiche.
Il direttore del Censis Giuseppe De Rita è abbastanza pessimista sul presente, e non lo nasconde: “Il vero rischio della scuola italiana e il fatto che non riesce a trovare una sua strada”. Insomma, la dimensione “disordinata e caotica” non può essere superata dalle tanto invocata tematica delle riforme (che De Rita ritiene superata), anche perché il binomio inscindibile autonomia/valutazione si è di fatto “impantanato” dando vita a un decentramento incompiuto. Nella Scuola come nell’Università: “Il concetto di autonomia si è sputtanato quando sono stati istituiti 3.600 corsi di laurea triennale e 2.200 di laurea specialistica”. Difficile non dargli ragione.
Mariastella Gelmini arriva a dibattito in corso, ben oltre il quarto d’ora accademico: il suo ritardo, però, è dovuto al protrarsi di un serrato confronto con i sindacati di categoria in merito alle misure previste per gli insegnanti precari.Nel suo intervento di chiusura del convegno il ministro declina più volte il concetto della necessità del dialogo: “aprire il dibattito e dargli ossigeno”, “uscire dagli steccati”, “svelenire il clima e superare le contrapposizioni ideologiche”, “la scuola si deve aprire all’esterno ed essere meno autoreferenziale”.

Manuel Massimo

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