I volti e le storie del post-terremoto

terremotoabruzzo.jpgIl tempo sembra scorrere più lentamente dalla notte di quel maledetto 6 aprile, quando il terremoto in Abruzzo ci ha precipitato tutti in un incubo ricordandoci quanto sia imperscrutabile il destino e quanto sottili i fili che ci tengono legati al nostro “qui” e al nostro “ora”. Una settimana fa – l’8 aprile, a meno di 48 ore dal dramma – eravamo all’Aquila per portare un aiuto concreto, per renderci conto “dal vivo” di quello che era successo e per documentare – attraverso i volti e le storie dei sopravvissuti – quei momenti indelebili. La dignità e la grande forza di volontà delle persone presenti nella tendopoli allestita a Piazza d’Armi ci hanno colpito profondamente. Così come le esperienze che abbiamo vissuto lì…
I clown-dottore che regalano sorrisi ai bambini.
clown-dottore.jpg Dopo un primo giro nel campo allestito dalla Protezione Civile sono due le cose che saltano agli occhi: la prima sono le telecamere, posizionate ovunque stile reality show, e la seconda sono delle aree colorate allestite per i bambini dai clown-dottori che in mezzo a palloncini e peluche improvvisano giochi e animazione. I bambini sono davvero tanti, di tutte le età; moltissimi sono stranieri. Ne vediamo alcuni fare la lotta con dei palloncini a forma di spada; dietro di loro, un clown-dottore che con un pannolino in testa a mo’ di parrucca non si stanca di cantare, ballare, giocare con una vitalità contagiosa che attira i bambini e li diverte. Per i più piccoli quest’area colorata è una vera e propria festa; arriva anche la dottoressa Piperita che con tanto di calzini a righe multicolor inizia a gonfiare palloncini a forma di api che “non pizzicano ma danno solo baci”. È proprio con lei che parliamo più tardi, quando in un attimo di pausa si toglie il naso rosso a palla per “staccare la mente da tutto quello che sta succedendo”.
La dottoressa Piperita nella vita reale si chiama Irene, ha 27 anni e da 9 lavora all’interno degli ospedali come clown-dottore per alleviare le sofferenze dei più piccoli. È arrivata al campo solo da due giorni ma “mi sembrano 20”, racconta, “in queste 24 ore sono cresciuta come mai in vita mia”. Le chiediamo di cosa si occupa qui al campo: “Noi facciamo divertire i bambini che altrimenti non so cosa farebbero in mezzo alle tende e tra la paura dei “grandi”. Loro, i bambini, non hanno paura perché sono inconsapevoli del pericolo; i genitori, invece, vivono nell’ansia. Per questo motivo c’è capitato di lavorare anche con gli adulti, molti di loro hanno solo bisogno di qualcuno con cui parlare e scherzare per spezzare la tensione continua”.
Subito dopo Irene ci racconta un aneddoto: “Quando c’è stata la scossa forte delle 19:42 stavo giocando con i bambini e ho sentito il pavimento ondulare come se stessimo su una barca; non potevo farmi prendere dalla paura, altrimenti l’avrei trasmessa ai bambini. Ho gridato ‘vediamo chi fa il salto più alto’; loro si sono messi a saltare e non si sono accorti che la terra, sotto, stava tremando. Subito dopo sono arrivati i genitori in preda all’ansia”. Quello del clown-dottore è non è un compito facile: ridere e far ridere, in questi frangenti, sembra davvero impossibile. Ma ora lasciamo Piperita alla sua missione: i bambini la reclamano.

Quando l’unica prospettiva è cambiare città

simone.jpg Simone, 26 anni, è un volontario presso il centro per i terremotati allestito alle porte dell’Aquila. Lo incontriamo in un momento di pausa, dopo pranzo, mentre si sta riposando seduto sul prato all’ombra di un albero con alcuni suoi compagni. Sembra tranquillo, forse rassicurato dal fatto che pur avendo perso tutto ha conservato la cosa più importante: la vita. “L’idea che tutto possa tornare come prima è impensabile” – afferma con un sorriso di rassegnazione – “tutti i punti di ritrovo, i posti dove andavamo per mangiare una pizza, per scambiare quattro chiacchiere non ci sono più, è tutto crollato. La memoria è stata cancellata”.
“In più, qui non potrò nemmeno tornare a lavorare: sono un consulente per un’azienda che vende elettrodomestici particolari per la pulizia della casa. Il mio lavoro si svolge su appuntamenti fissati a domicilio nelle case per fare delle dimostrazioni pratiche e presentare il prodotto: facevo 2-3 appuntamenti al giorno e si guadagnava anche abbastanza bene. Ora che le case non ci sono più, però, dovrò necessariamente cambiare città”.
Simone non vuole cambiare lavoro e ora si trasferirà a Milano dove ha dei parenti. Alla domanda “cos’è il futuro?” risponde che il futuro, per ora, è semplicemente l’ora dopo: “Il futuro per chi ha perso tutto e ora deve convivere con la paura, è solo il tempo che passa tra una scossa e l’altra”.
Anche gli stranieri nel vortice della tragedia
ciprian_e_alina.jpg Ciprian e Alina sono una coppia di giovanissimi che hanno lasciato la loro terra, la Romania, per cercare fortuna in Italia. Hanno scelto di venire all’Aquila perché la mamma di Ciprian c’era già stata e li ha aiutati a trovare una casa e un lavoro. Ciprian, 25 anni, è un operaio edile mentre Alina, 24, fa la badante. Al momento della prima scossa, quella devastante della notte tra domenica e lunedì, Alina si trovava a casa della signora di 86 anni che assiste.
“È stata una paura indescrivibile” – racconta mentre il ricordo le spezza la voce e le fa gli occhi lucidi – “io sono uscita per ultima dal palazzo che stava crollando alle nostre spalle perché la signora anziana fa fatica a camminare e l’ho dovuta aiutare a scendere le scale”. Alina ha salvato la donna anziana prima di salvare se stessa. “In Romania non ci sono terremoti, non siamo abituati ad eventi di questo genere” – afferma Ciprian – “non ho mai visto niente del genere in vita mia”.
Vicino l’area per i bambini una giovane donna spinge una carrozzina; il suo bambino ci sorride, ignaro della tragedia in cui è caduto. Vengono dal Perù ed hanno perso la casa: “Qui ci danno molto aiuto, coperte e cibo; ma la notte fa freddo e in tenda siamo in dieci. La paura, poi, non ci fa dormire”. La donna cessa di parlare, ha gli occhi velati: smettiamo di fare domande e le auguriamo buona fortuna.

Carlotta Balena

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  1. a tutti voi che avete ridato la vita a chi era sotto le macerie,a voi che fate sorridere i bambini che non hanno nulla,a voi che date sollievo alle persone che hanno perso tutto,a tutti voi volontari,medici,protezione civile,vigili del fuoco e tutti quelli che stanno facendo di tutto per aiutare le persone de L’Aquila e dei paesi vicini….CHE DIO VI BENEDICA!!!!!

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