La crisi economica cambia connotati e si avvia a diventare crisi sociale. Ad incidere fortemente sul
settore in questione sono i 2 milioni di posti di lavoro bruciati in Europa nei primi 3 mesi dell’anno. I dati provengono da Bruxelles e saranno sul tavolo dei 27 leader dell’Ue giovedì e venerdì per dar via libera al piano antidisoccupazione.
Sono i numeri ad imporre una riflessione all’interno della Commissione Europea. Nel primo trimestre 2009 – secondo l’istituto europeo di statistica – l’occupazione è calata rispetto agli ultimi 3 mesi del 2008 dello 0,8%, sia nell’intera Ue sia nella zona euro. In termini assoluti questo significa 1.916.000 posti in meno in tutto il Vecchio Continente, di cui 1.220.000 in Eurolandia. Il calo dell’occupazione non ha risparmiato nessuno e ora urge correre ai ripari.
Bruxelles tra preoccupazione e speranza. I dati odierni sull’occupazione non possono che preoccupare Bruxelles, anche perché si aggiungono agli ultimi diffusi da Eurostat sul tasso di disoccupazione, che ad aprile ha raggiunto il record degli ultimi dieci anni. L’impressione però – spiegano gli esperti comunitari – è che nei primi 3 mesi dell’anno si sia davvero toccato il fondo, e che i dati sull’occupazione riflettano il forte acuirsi della recessione nell’ultima parte del 2008.
Paese Italia. L’Italia risulta in linea con la media Ue, con una perdita di posti di lavoro dello 0,8%. A ottobre, novembre e dicembre dell’anno scorso l’Italia invece aveva visto una diminuzione dello 0,2%.
Sacconi guarda in positivo. “I dati segnalano positivamente un differenziale italiano”. Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, commentando a Ferrara, a margine di un incontro per sostenere i candidati del Pdl al ballottaggio, i dati dell’occupazione sul primo trimestre diffusi a Bruxelles. “La riduzione dell’occupazione in Italia – ha osservato Sacconi – è al di sotto della media europea, sia rispetto al trimestre precedente che all’anno precedente. Il che confermerebbe ciò che dicono alcune ricerche, nelle quali si dice che in Italia c’è una minor propensione al licenziamento da parte delle imprese, utilizzando gli strumenti che abbiamo esteso, cioè la cassa integrazione e i contratti di solidarietà. Questi consentono di mantenere – ha detto ancora Sacconi – i rapporti nel tempo di crisi in modo che le persone siano più protette e allo stesso tempo le imprese siano in grado di ripartire quando la domanda dovesse riprendere a muoversi”.
L’Ue corre ai ripari. È fissato al 18 e 19 giugno il piano anti- disoccupazione per contrastare la crisi sociale. I 27 leader dell’Ue daranno il via libera al piano, che al più presto dovrà dare vita a misure concrete a sostegno dei disoccupati: a partire dall’anticipo di 19 miliardi di euro del Fondo sociale europeo che andranno a finanziare progetti di formazione o reinserimento lavorativo.
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