Il fantasma di un possibile “commissariamento” aleggia sulla Sapienza di Roma. Questa l’ultima soluzione per non far annegare l’ateneo più grande d’Europa. A riproporre l’alternativa il rettore dell’ateneo capitolino Luigi Frati, che tornato alla carica, chiede a gran voce 400 milioni di euro da stanziare per le università italiane.
La richiesta di questa integrazione economica è stata avanzata direttamente dal rettore al ministro Tremonti in occasione di un seminario Pdl. Frati a suo dire si sarebbe fatto portavoce di una esigenza condivisa da tutti i rettori italiani. Sul tavolo degli imputati i tagli operati dal governo sul fondo di finanziamento ordinario delle università.
“Viste come stanno le cose – ha sottolineato il rettore – non vorrei mai che per far quadrare i conti fossimo costretti a ridurre ulteriormente gli stanziamenti per voci di spesa importanti come ricerca scientifica, dottorati, dotazioni ai centri di spesa”. La situazione, infatti, si presenta ancora più complessa se si considera che per il 2010 il fondo di finanziamento statale non basterà neppure per pagare gli stipendi dei professori e degli amministrativi.
Al momento comunque la Sapienza ha adottato una gestione definita “virtuosa” dallo stesso Frati. Nell’ultimo anno l’ateneo romano “ha ridotto notevolmente molte voci si spesa”. Un messaggio che va verso una politica meritocratica. “ Vanno dati incentivi economici – sottolinea il rettore – a quelle università che offrono corsi di laurea validi in grado di rendere competitivi i giovani sul mercato del lavoro”
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