Studio Bocconi: più ridi più lavori

Nuova poetica dell’umorismo declinata nell’ambiente lavorativo. Un recente studio dell’Università Bocconi ha dimostrato “scientificamente” che lo humor è uno dei fattori che maggiormente incide sulla produttività. I ricercatori hanno intervistato 1860 impiegati coordinati dal docente Marco Sampietro; interviste realizzate in aziende di ogni dove del globo: Italia, Francia, Germania, Inghilterra, USA, Russia e Giappone.

A seconda del paese, cambia la tipologia della battuta che suscita ilarità tra i colleghi. Il senso dell’umorismo è profondamente radicato nella realtà nazionale e, a volte, locale di un territorio. Gli italiani si distinguono per le battute a sfondo sessuale, e per l’uso-abuso di parolacce. Ricordiamo che nel 2007, uno studio dellla Norwich University of East Anglia dimostrava come le parolacce in ufficio rendano i dipendenti più produttivi: non solo aiutano a combattere lo stress, ma contribuiscono anche a creare solidarietà tra i colleghi.

Il 99 per cento in Europa e USA apprezzano l’umorismo durante le ore lavorative poiché attenua le tensioni, non ostacola la leadership, facilita l’ambiente professionale e riduce lo stress. Scende al 92% (rimanendo comunque alta,la percentuale) in Giappone dove si vive il lavoro in modo più serioso. I tedeschi per esempio, deridono più se stessi che gli altri e scherzano di più sulle differenze di ruolo lavorativo. Molto diffusa l’autoironia, in Giappone e negli USA. Da notare un particolare: le battute sulle diversità religiose sono rare, tranne che in Italia.

Paese che vai, humor lavorativo che trovi!

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