Editoria digitale: un universo in trasformazione

“Editoria di quarta generazione”, organizzato dal DigiLab-Mediateca della facoltà di Scienze umanistiche e dal Consorzio Baicr Sistema cultura,ne rileva criticità e opportunità.

Nel giorno tanto atteso da tutti gli early adapters e digital natives, l’uscita sul mercato italiano dell’i-Pad, riportiamo il workshop “Editoria di quarta generazione”, organizzato dal DigiLab-Mediateca della facoltà di Scienze umanistiche e dal Consorzio Baicr Sistema cultura  che ha rilevato criticità e opportunità del volto digitale dell’editoria.  Coordinatrice vivace e acuta, Madel Castra, segretario generale del Consorzio BAICR.
Il terreno sul quale si muovono le discussioni sull’editoria digitale è franoso poiché siamo ancora nel campo delle previsioni e delle ipotesi. Danco Singer della Motta on Line, esperto in applicazione multimediali in campo formativo, cita l’esperienza di Encyclomedia, prima guida multimediale della storia della civiltà europea, diretta da Umberto Eco, poi “riconvertita” su piattaforma digitale. Singer riscontra nella nuova editoria, un ritorno della centralità del contenuto rispetto al supporto.
Gino Roncaglia, docente di Informatica applicata alle discipline umanistiche presso l’Università della Tuscia evoca un passato recente, fine anni ’90, in cui si salutò l’e-book, come la nuova frontiera dell’editoria, il trionfo dell’ipertestualità, rivelatosi poi un “fuoco di paglia”. La linearità testuale, è al momento, come allora, ancora il criterio di lettura-scrittura predominante. Tuttavia il passare del tempo ha acuito la dialettica tra tra la fluidità dei contenuti e le caratteristiche specifiche per ogni tipo di supporto. “Fino a che punto dobbiamo lavorare su un contenuto “liquido” o pensarlo per un determinato supporto?” si chiede Roncaglia.
La previsione sui contenuti che verranno “è futuristica”, non conta solo il mero dato tecnologico, ma una serie di variabili. Fondamentale a decretare il successo di un mezzo, la funzionalità. La discussione manifesta  tra i due diversi supporti digitai di lettura, previsti dall’Apple e dalla Microsoft, evidenzia che non si sia raggiunto uno standard.
Mercato di lettori, di distributori, di editori, una filiera umana e produttiva coinvolta nel nuovo modello di business e di costume che si profila all’orizzonte.
Maria Liguori, editore del territorio campano, cita una recente indagine statunitense sulla fruizione plurima e contemporanee di più mezzi di comunicazione da parte dei giovani, come segno dei “tempi moderni”. Liguori, in gran parte editoria universitaria, di media dimensione, e con una realtà locale particolare (al Sud, 1/3 delle librerie, rispetto alla media nazionale), valuta l’acquisto dei libri in formato digitale, un’opportunità di crescita. Punti di commercializzazione: e-commerce e il print on demand. Ogni pubblicazione cartacea ha la sua versione digitale. Prezzo ridotto del 50%.
E gli intermediari?. La Castra accenna come al Festival del libro di Torino, nell’ampissimo ventaglio di convegni sull’editoria digitale, raramente si sono nominate le librerie.
Pranzo e cena con l’ebook alla Fiera del libro di Torino, scherza Fabio del Giudice, responsabile dell’Ufficio di Roma dell’AIE e direttore della fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri più liberi, per evidenziare la ribalta di una tematica, tuttavia ancora dai contorni poco definiti: “Mette in imbarazzo paralare di questo argomento dato l’ampio margine di incertezze che comporta” continua l’editore. L’e-book è un processo irreversibile, ma bisogna saperlo gestire.  IBS, ha lanciato da poco 400 titoli di e-book. Per lo più non si tratta di novità editoriale. A Torino è stata presentata la piattaforma EDIGITA (uniti Feltrinelli, Messaggerie-Gems ed Rcs Libri), mentre Telecom e Mondadori si stanno muovendo con progetti autonomi. Partendo dall’esempio americano, Del Giudice sottolinea come negli Usa sia  stato Amazon a dettare le regole, in Europa sono gli editori che controllano il mercato, data l’assenza di forti player in un’are geo-politica, la cui dimensione linguistica è eterogenea.
Dunque riemerge con forza, la necessità di un  nuovo modello di business in cui probabilmente cambierà la normativa in merito al diritto di autore, sarà il mercato a dettare le regole. Attualmente vige la detenzione dei diritti d’autore;  lo sfruttamento digitale non è compreso ad oggi non era compreso nel contratto.
La catena del valore deve remunerare tutti i soggetti coinvolti, ma inevitabilmente come in tono schietto afferma Madel Castra “ ci saranno morti e feriti”. Un ciclo storico innarestabile che si è sempre succeduto nei secoli di fronte alle nuove tecnologie come ci ricorda Francesco Antinucci (, direttore di ricerca all’Istituto di scienze e tecnologie cognitive del CNR). Il libro ha impiegato 50-60 anni di gestazione. Agli albori della stampa del libro, le rifiniture si facevano a mano. Tempo fisiologico di convivenza tra due sistemi di espressione, prima della vittoria (non sempre del migliore) di uno dei due sistemi. Tuttavia, Antinucci mette in rilievo come tra contenuti e maniera in cui vengono fruiti, c’è la forma che determina il destino dei contenuti. L’i-pad si indirizza verso questo cambiamento della forma. Importante avere scelto la modalità open che permette di caricare libri di qualsiasi formato.
Concorde con i precedenti relatori del processo inarrestabile in corso, Luca Reitano, ricercatore presso il consorzio Baicr, che intitola il suo intervento: “L’editoria da immaginare”. Gran parte dei contenuti in rete è generato da una domanda e la domanda genera il contenuto. Si creano algoritmi appositi per individuare la domanda, “generata” sul Web. Tra gli elementi-vantaggi (se accolti in un nuova ottica di marketing) le conversazioni che si realizzano in rete in merito ai libri. Amazon è stato il primo a strutturare la conversazione in rete che contribuiscono a decretare il successo di un libro. La rete rappresenta un mercato nuovo, rivolto non solo ai nativi digitali.

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