Microcredito: nuova frontiera per l'imprenditoria giovanile

Il microcredito è uno strumento finanziario che permette di accedere a “micro-crediti” a persone fuori dal circuito creditizio.Nato per i paesi in via di sviluppo si sta diffondendo sempre più, come mezzo di accesso all’imprenditorialità tra i giovani.
Negli ultimi anni si sta smuovendo una insperata sensibilità sul tema, da parte degli enti locali italiani. È il caso del Comune di Campobasso, fautore del progetto sperimentale promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili “il Microcredito ai Giovani”. Il capitoletto “destinatari” della pagina web che ne descrive le linee guida contiene la definizione stessa dell’inclusione. “Giovani: italiani, comunitari, extracomunitari, disoccupati, studenti, occupati, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, residenti a Campobasso o che vivono, lavorano, studiano a Campobasso o, ancora, che intendono promuovere un’impresa nel territorio del Comune di Campobasso” sono infatti i destinatari dichiarati nero su bianco (anzi, nero su pixel), nella pagina ufficiale del progetto. L’oggetto è un prestito con somme da 500 a 3mila euro, con ammortamento massimo di 3 anni (derogabili fino a 5 in casi eccezionali), e prima rata entro sei mesi dall’erogazione. Il Comune, in questo progetto, ha investito un fondo di garanzia di 50mila euro, integralmente messo in mano alla FinMolise S.p.A. che si deve occupare della gestione.
Non basta, occhio, essere giovani: occorre avere anche le idee chiare. Perché il progetto individua degli ambiti specifici di accesso al prestito: primo, la casa, con concessione di “microcrediti finalizzati ad agevolare l’inserimento abitativo” o di “mutui a tasso agevolato per l’acquisto della prima casa”. Secondo: il lavoro, con “interventi di sostegno al diritto allo studio: prestito d’onore formativo” o con “interventi di sostegno all’autoimpiego”. Come ogni progetto “giovane”, la modulistica d’accesso è scaricabile solo on-line, sul sito del Comune di Campobasso.
E poi: c’è microcredito anche dove da un anno è di casa la disperazione del crollo. Siamo in Abruzzo. Siamo all’Aquila. Dove una piattaforma sociale costruita integralmente in rete, sul sito web www.sosteniamo.net, permette di pubblicare idee e progettualità per poterle far valutare, gratuitamente, da un team di esperti. In pratica: è il sistema della bacheca, ideato da Raffaele Mauro che ci ha vinto il concorso “Accade Domani”, organizzato dalla fondazione “Italia futura”. Quindi, all’atto pratico: ho un’idea, ma non so dove sbattere la testa per attrarre finanziatori. Mi connetto, e la metto on-line. Se è buona, qualcuno se ne accorgerà. E scatta il micro-credito. Perché il sistema pensato è quello dell’adozione d’impresa. Non c’è dunque bisogno di alcuna garanzia patrimoniale (come quelle richieste dalle banche), e nella fase di lancio la piattaforma si avvarrà della partnership di PerMicro Spa, società specializzata in microcredito. Cioè: microcredito al posto del crollo. Per continuare a vivere per sognare.
Con un balzo di diverse centinaia di chilometri, eccoci a Varese, profondo Nord. Dove nel gennaio scorso gli enti locali della zona hanno ricevuto uno strano invito a comparire dinanzi al prefetto della città, Simonetta Vaccari. Scopo dell’incontro: “illustrare l’iniziativa Micro credito, promossa dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto, in collaborazione con il “Credito Bergamasco”. In pratica, il prefetto ha prestato ambienti, organizzazione ed autorità per mettere in contatto gli enti locali e la Fondazione, così da creare una rete di conoscenza a livello locale. Un’iniziativa che si è rivelata quanto mai utile; all’incontro c’erano tutti, dal Presidente della Provincia ai Sindaci dei Comuni del Circondario, dal presidente della fondazione al direttore del Credito Bergamasco.
Una bella congrega, insomma. Che si è presa l’impegno di dare manforte all’attività di micro-credito per agevolare “quella fascia di popolazione che normalmente non si riconosce come bisognosa, ma che, in questo momento particolarmente difficile e delicato, potrebbe avere necessità di sostegno”, per dirla con le parole del Prefetto Vaccari, che aggiunge: “E’ chiaro, che questa iniziativa richiede un approccio culturale nuovo, che rompa i tradizionali schemi dell’assistenzialismo da parte delle Amministrazioni pubbliche locali”. Sottolineatura d’obbligo. Perché, chi accede al micro-credito non ha bisogno di assistenza. Ha bisogno di speranza., impegno, dignità, in una parola: opportunità.
Nella Regione Toscana, ci imbattiamo con lo SMOAT, ovvero del “Sistema di Microcredito Orientato e Assistito” varato con champagne congiunto tra FabricaEthica e Regione Toscana. Lo SMOAT, riportando la definizione del sito, è “lo sportello che offre una serie di servizi gratuiti aggiuntivi alle garanzie di microcredito”. Una sorta di microcredito versione 2.0, cioè di tutoraggio all’accesso al credito, con servizi gratuiti di start-up d’impresa. Un tutoraggio attivo che segue i passi dell’idea d’impresa nella mente del neo-imprenditore. Primo passo: orientamento, svolto con sessioni e colloqui con i quali professionisti del settore, ascoltano il sognatore per valutare insieme a lui i rischi d’impresa, le opportunità di mercato e le proprie competenze.
Secondo passo: assistenza tecnica, con la quale improntare e impostare un progetto di fattibilità e marketing della propria idea, per poi passare alla contabilità, al calcolo dell’investimento necessario, e ad un excursus sui riferimenti normativi del proprio settore. Terzo passo: individuazione degli aiuti. Possono esistere reti locali d’inclusione per le attività come quella immaginata, o finanziamenti pubblici ad hoc. Quarto passo, il più importante: individuazione del microcredito congruo all’idea. Casella di arrivo raggiunta, ed una nuova impresa è nata laddove, prima c’era un sognatore in erba. Una sorta di marchio di fabbrica del sistema del micro-credito, l’inclusione è totale. Non vi sono infatti limiti di accesso, possono utilizzare SMOAT “tutti coloro che, privi di garanzie per accedere al credito bancario ordinario, vogliano intraprendere un percorso di piccola attività lavorativa, o microimpresa, senza differenziazioni di genere, età o cittadinanza”. C’è posto per tutti. O meglio: c’è posto per coloro che, dinanzi ad un momento di crisi, non si rassegnano all’immobilità-immobilismo.
Simone Ballocci

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