Caporetto, una questione di previsioni del tempo

Caporetto. A quasi un secolo di distanza, il nome di questa ridente località alpina è, ancora oggi, presagio di disfatta. Fu lì infatti che gli austro-ungarici stroncarono le linee italiane nel ’17, portandosi ad un passo dalla Pianura Padana. Ma come mai Cadorna e soci presero una sberla simile dopo mesi e mesi di logoramento del nemico? Un nuovo studio del centro di climatologia dell’ateneo partenopeo, guidato dal prof. Mazzarella, lo spiega.

Caporetto. A quasi un secolo di distanza, il nome di questa ridente località alpina è, ancora oggi, presagio di disfatta. Fu lì infatti che gli austro-ungarici stroncarono le linee italiane nel ’17, portandosi ad un passo dalla Pianura Padana.
Ma come mai Cadorna e soci presero una sberla simile dopo mesi e mesi di logoramento del nemico? Un nuovo studio del centro di climatologia dell’ateneo partenopeo, guidato dal prof. Mazzarella, lo spiega.
Fu tutta una questione di previsioni del tempo. In un primo momento, infatti, le truppe dell’impero asburgico avevano previsto di attaccare il 22 ottobre. L’offensiva, invece, partì due giorni dopo per muoversi nascosti dal maltempo. E quella notte, sui nostri piovve molto di più che un acquazzone autunnale.

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