La CRUI esprime una valutazione positiva sul passaggio al Senato del DDL di riforma dell’Università e sul rapido e efficace lavoro complessivamente svolto dall’Aula che, approvandolo in prima lettura, ha accolto una parte significativa delle proposte migliorative avanzate. Spiace solo constatare come da qualche parte si sia voluto ancora insistere, nell’occasione della discussione parlamentare, su stereotipi negativi e inaccettabili nella loro generalizzazione, in netto contrasto, peraltro, con la revisione di aspetti importanti della vita universitaria già da tempo in corso presso numerosi Atenei.
La CRUI prende altresì atto dell’impegno assunto dal Ministro Tremonti e confermato dal Ministro Gelmini e da autorevoli esponenti della maggioranza, volto ad assicurare una disponibilità di risorse adeguate all’Università per il 2011: un impegno che andrà in ogni caso verificato nelle cifre relative, da commisurare agli effettivi fabbisogni.
La CRUI non può nel contempo non rilevare come, nella manovra finanziaria appena approvata con la conversione del D.L. 78/2010, il personale universitario sia stato fortemente colpito e fatto oggetto di un intervento di contenimento della spesa che non trova riscontro nel trattamento riservato ad altre categorie del pubblico impiego. Detto intervento, vista la specifica dinamica stipendiale, si dimostra particolarmente punitivo per i giovani ricercatori, nonché per i professori associati e ordinari ai livelli iniziali della carriera, senza parlare del personale tecnico-amministrativo, già fatto oggetto del taglio del trattamento accessorio. Il tentativo, pure avanzato, di introdurre correzioni tramite il DDL, con particolare riguardo al blocco degli scatti stipendiali, è servito a porre il problema in evidenza, ma non a risolverlo.
Più in generale, la CRUI riproporrà con forza – alla ripresa autunnale e in relazione all’avvio dell’esame alla Camera del DDL – le misure correttive ancora necessarie e possibili, a cominciare dall’avvio di un piano pluriennale di reclutamento, cofinanziato dal MIUR, che consenta la chiamata di un numero adeguato di ricercatori a tempo indeterminato che abbiano conseguito l’abilitazione scientifica a professore associato secondo le nuove procedure. Ciò anche con riferimento all’azione in atto dei ricercatori, volta a segnalare l’urgenza di soluzioni che, fuori da ogni ope legis, ne valorizzino gli apporti alla vita universitaria.
Scelte e comportamenti della CRUI e del mondo universitario alla vigilia dell’avvio del nuovo anno accademico non potranno in ogni caso non dipendere dalle quantificazione, non più dilazionabile, delle effettive risorse destinate al recupero dei tagli decisi nel 2008, assolutamente non sopportabili dal sistema e incompatibili con il processo riformatore che ci si è responsabilmente impegnati ad avviare.
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