Parola al professore di…Scienze Statistiche

Il Corriere dell’Università “interroga” i professori: i motivi, le professioni e i cambiamenti che riguardano le proprie facoltà.

Il Corriere dell’Università e del lavoro ha “interrogato” i professori sulle motivazioni, le opportunità professionali e le novità didattiche riguardanti le facoltà di appartenenza. Agostino Di Ciaccio, professore ordinario della facoltà di Scienze Statistiche alla Sapienza di Roma, risponde alle nostre domande:

Perché uno studente diplomato dovrebbe scegliere la facoltà di scienze statistiche?
Il laureato in scienze statistiche è caratterizzato da una solida formazione di base nelle discipline statistiche, sostenuta da una adeguata preparazione in informatica, matematica e probabilità. Su questa preparazione vengono fornite una serie di competenze e strumenti più specifici, necessari per le decisioni relative a fenomeni e/o a sistemi in cui grandi quantità di dati, variabilità e incertezza determinano un livello di complessità non affrontabile con altre tecniche. Lo statistico è l’unica figura professionale che coniuga le tecniche di rappresentazione e gestione dei dati con la loro analisi, le tecniche di previsione con i modelli di decisione e ottimizzazione. Grazie a queste capacità, lo statistico ha un ampio spettro di possibili collocazioni lavorative e la collocazione dei nostri laureati nel mondo produttivo è piuttosto rapida.
Quali sono le opportunità professionali per i laureati in scienze statistiche?
Lo statistico è necessario ogniqualvolta siano presenti dei dati da analizzare, ossia in tutti gli enti e le aziende. I laureati nelle discipline statistiche godono quindi in genere di un ottimo inserimento nel mercato del lavoro. Essi sono in grado di soddisfare le esigenze tradizionali del mercato del lavoro (pianificazione di indagini ed esperimenti, analisi dei risultati, costruzione di modelli per inferenza e previsione) e i settori più moderni (Information Technology, Costumer Satisfaction, etc.). Ciò grazie alla formazione di base solida, ma anche sufficientemente orientata a settori di impiego specifici, quali l’azienda e il terziario avanzato.
Ci sono elementi di novità formative rispetto agli anni passati?
Seguendo il trend generale dell’offerta universitaria, i corsi sono ora più ‘compatti’, con l’aggregazione di alcuni indirizzi. Per il resto l’offerta è rimasta immutata.
Tiziana Petruzzelli

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