La Questione Giovanile

Nella giornata di manifestazione internazionale in nome del diritto allo studio, Napoli in prima linea per difendere scuola e università dalla crisi: più di 10.0000 studenti hanno affollato le strade del centro

Nella giornata di manifestazione internazionale in nome del diritto allo studio, Napoli si è piazzata in prima linea per difendere la scuola e l’università dalla crisi.
Più di 10.0000 studenti e ricercatori hanno affollato le strade del centro sotto la guida dell’Unione degli Studenti di Napoli e il coordinamento di associazioni “Link”. Da Piazza Garibaldi al Corso Umberto fino a Piazza del Plebiscito il corteo di manifestanti ha espresso la forte contrarietà al processo ormai definito “Gelmini – Tremonti”. Dalla sede della Federico II di Corso Umberto alcuni studenti hanno calato uno striscione che riportava: “Nell’ignoranza la sottomissione, nella conoscenza la ribellione” a testimonianza del fatto che non protestano immotivatamente come ha dichiarato Francesca, una ragazza che ha preso parte al corteo: “Le istituzioni spesso credono che siamo ragazzi svogliati e sempre pronti a prendere tempo, per questo manifestiamo. Non è assolutamente vero, probabilmente conosciamo il testo del Ddl meglio di chi l’ha scritto e se protestiamo è perché siamo abbastanza grandi da avere delle idee”.
Nel pomeriggio presso la sede della CGIL di Piazza Garibaldi, bamboccioni, welfare e lavoro sono i temi affrontati nel dibattito organizzato dalla Rete della Conoscenza (UDS e LINK) a cui hanno preso parte: il ricercatore della facoltà di Lettere presso la Federico II, Alessandro Arienzo; Angelo Buonomo dell’UDS ed il prof. Ugo Marani Presidente dell’Adisu della Federico II. “Nel nostro paese pensiamo alla ricchezza in termini di PIL che seppur fondamentale, non è un indicatore di qualità. Una delle vere ricchezze è l’intelligenza. Ne abbiamo tanta e non la valorizziamo” ha spiegato Arienzo. Intelligenza che, come tanti affermano, abbonda al sud Italia ma non è sostenuta da un’adeguata formazione e soprattutto affoga in alcuni modus vivendi troppo radicati. “Fino al 2007 avevamo raggiunto parità numerica degli iscritti all’università sia al nord che al sud. L’unica differenza che è sempre emersa è che qui si parla male l’italiano e si conosce poco la matematica. Il dato però non deve meravigliare. Al sud i dialetti sono molto più radicati e quindi, se i giovani non vengono costantemente indirizzati è ovvio che li troviamo in seduta di laurea con pesanti accenti e modi di dire dialettali” ha affermato il prof. Marani.
Non si parla più di Questione Meridionale ma Questione Giovanile: il 66% dei nostri laureati con 110 e lode va a cercare lavoro direttamente fuori dalla Campania e purtroppo dal 2007 il numero degli iscritti agli atenei sta scendendo radicalmente. Dati che raccontano una realtà poco incoraggiante in un momento storico, economico e politico difficile.
I giovani sono e saranno la risorsa di questo Paese, che si parli di nord o di sud poco importa, tutti avvertono il malcontento e tutti unitamente scendono nelle piazze in nome di uno stesso diritto: la conoscenza. Chi darà loro una risposta?

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