Università a lutto

Gli studenti napoletani hanno detto basta! Stanchi di non essere ascoltati, hanno preso una dura e necessaria posizione che si sta facendo largo in tutta la penisola: contrastare in ogni modo l’approvazione del Ddl Gelmini.

Gli studenti napoletani hanno detto basta! Stanchi di non essere ascoltati, hanno preso una dura e necessaria posizione che si sta facendo largo in tutta la penisola: contrastare in ogni modo l’approvazione del Ddl Gelmini.
L’Orientale
Due giorni molto intensi per gli studenti dell’Università L’Orientale di Napoli che hanno occupato la storica sede di Palazzo Giusso. “Chiusi per lutto” è la scritta riportata sullo striscione affisso al primo piano, all’interno dell’edificio tanti ragazzi del Collettivo Universitario intenti a distribuire volantini. “Vogliamo ad ogni costo bloccare la riforma. L’ateneo ha già grossi problemi di fondi e malfunzionamento, con questi ulteriori tagli finiremo a fare lezione per strada ” ha spiegato Annalisa, membro del collettivo. Una mensa praticamente nuova chiusa cinque anni fa e mai utilizzata, aule studio fatiscenti o inesistenti, tasse che aumentano e servizi sempre più esigui: un quadro “spietato” come l’ha definito Annalisa.
Tutti gli studenti si sentono fortemente privati di un diritto fondamentale, il diritto al futuro come ha spiegato Vlad del Collettivo: “Le logiche utilizzate da questa riforma non sono ne universitarie, ne democratiche, ne culturali. Se il decreto dovesse diventare attivo potremo dire addio al nostro futuro”. Da sempre accanto agli studenti il professore Giuseppe Aragno (nella foto), docente a contratto di storia contemporanea presso la Federico II che durante l’assemblea a Palazzo Giusso è così intervenuto: “I professori di oggi devono vergognarsi, non essere accanto agli studenti rappresenta il totale disinteresse per le future generazioni. Il nostro compito non è formare, è educare alla vita, alla libertà di pensiero. In questo momento è in discussione la democrazia del nostro paese, questo è lo specchio di una società che sta creando del bestiame votante, nient’altro!”. Arianna Ussi, giovane docente precaria di un istituto superiore di Napoli ha portato alcuni dei suoi giovanissimi studenti all’assemblea: “I ragazzi sono molto giovani, è vero, ma credo che sia compito nostro risvegliare le loro coscienze da adesso. Questa riforma li renderà più precari di me stessa, devono combattere” ha affermato.
Federico II
Tragico ed analogo quadro presso la Federico II dove studenti, ricercatori e professori hanno occupato il rettorato in segno di protesta. Il Rettore Massimo Marrelli ha reso noto un documento in cui insieme al Collegio dei Presidi chiede che problemi come l’inadeguatezza dei fondi previsti dal Ddl, la mancanza di risorse necessarie a garantire il diritto allo studio e il disconoscimento della figura del ricercatore trovino adeguata soluzione in sede parlamentare.
Alcuni studenti hanno incontrato i compagni de L’Orientale per mettere appunto le prossime “mosse” di questa protesta.
Le iniziative
Nella mattina di lunedì 29 in tutti gli atenei della regione ci sarà occupazione dei Rettorati e dei tetti dei Rettorati e alle ore 15.00 un’assemblea pubblica presso Palazzo Giusso. Martedì 30 studenti, ricercatori e docenti scenderanno in strada in un unico grande corteo affinché il Ddl venga definitivamente bloccato, in nome della cultura e del diritto al futuro.

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