Napoli, Sepe e Università per ripartire dalla cultura

Fa tappa anche nel mondo dell’Università il Giubileo per Napoli, manifestazione fortemente voluta dal Cardinale Crescenzio Sepe

Fa tappa anche nel mondo dell’Università il Giubileo per Napoli, manifestazione fortemente voluta dal Cardinale Crescenzio Sepe che dedica il mese di marzo alla cultura. I rettori dei cinque atenei di Napoli si sono confrontati ieri, nell’Aula Magna storica dell’Università Federico II, sul tema della formazione dell’etica pubblica per dare il via a incontri ed iniziative che coinvolgeranno le università e la popolazione tutta.

“Il tema generale sul quale ci confrontiamo oggi – ha esordito in apertura il Rettore Massimo Marrelli –  è quello dell’etica pubblica, non etica della politica. E’ troppo facile scaricare le proprie responsabilità sulle istituzioni, dobbiamo rilanciare comportamenti corretti di tutti i cittadini nella sfera civile”.

Assonanti gli interventi dei vertici delle università, dalle riflessioni generali all’apertura a nuovi impegni, i Rettori hanno accolto questa nuova sfida perché come ha affermato il Cardinale “come non partire dalle università che sono il fulcro e a Napoli una realtà molto positiva?”.

Partire dai giovani è il messaggio del Rettore Lida Viganoni “praticare tutti i giorni un tirocinio democratico è l’unica strada possibile per abbattere fanatismi e nuove disuguaglianze sociali”.

“In giro ci sono molte morali ma non un’ethos” ha poi affermato il Rettore Francesco De Sanctis lanciando la proposta al Cardinale di intervenire nei luoghi degradati della città portando una cultura verso tutti. “L’università deve operare per formare un capitale umano sostenibile”le parole del prof. Claudio Quintano e poi l’impegno del Rettore Francesco Rossi attraverso i mezzi propri delle università: giovani, alta formazione e ricerca. Ma, ha precisato il Magnifico della Sun “non possiamo sostituirci alla politica. Occorre un’etica del fare, un risveglio della città”.

Per il prof. Lorenzo Chieffi, direttore del Centro interuniversitario di ricerca bioetica, questa iniziativa rappresenta un fecondo stimolo per dialogare intorno a valori condivisi.

Un affondo è arrivato da Adolfo Russo, Vicario Episcopale per la Cultura della Diocesi di Napoli: “Chiesa e università stamattina sono l’una fianco all’altra e cominciano a fare autocritica: dove abbiamo sbagliato? Come è possibile che questa città fa fatica ad andare avanti? Avremo dovuto insistere di più sul senso di partecipazione e responsabilità. Dobbiamo immaginare di metterci in cordata, non possiamo chiuderci ciascuna in se stessa”.

Propositivo l’Assessore all’Università e alla Ricerca della Regione Campania, Guido Trombetti che, rivolgendosi al Cardinale Sepe ha affermato: “In convegni di questa portata si devono assumere 2 o 3 impegni concreti. Mi domando: è etico fare l’università a Scampia? Penso al nostro progetto per sostenere la facoltà di medicina nel Nord Uganda, una delle più belle cose fatte sul piano culturale e sociale, eppure si parla solo di spazzatura. Al Cardinale allora dico: vogliamo lanciare una sfida sul tema della residenza universitaria? Non possiamo internazionalizzare se non c’è dove alloggiare!”.  

Ad anticipare poi l’intervento del Cardinale, la lezione del prof. Fulvio Tessitore sul sintagma della parola etica pubblica e la presentazione del programma del Giubileo per Napoli che coinvolgerà le università dal prossimo aprile fino alla fine del 2011 ad opera del prof. Arturo De Vivo, Preside della facoltà di Lettere e Filosofia della Federico II .

 “Ci sentiamo un po’ tutti malati, ma non vogliamo pensare che questa sia una malattia di kierkegaardiana  memoria: non vogliamo morire, vogliamo risorgere. Vogliamo riprendere il nostro disegno di vita e il nostro cammino, questo è il giubileo – ha affermato in conclusione il Cardinale – Ma da dove partire? Qual è la causa che ha prodotto questa situazione di precarietà? Se non partiamo dalla formazione e dalla educazione, non possiamo svoltare per questo ho invitato tutti voi. Per collaborare e corresponsabilizzarci ognuno nel suo campo offrendo quel contributo senza il quale mancherebbe qualcosa. Non vogliamo fare una nuova accademia, ma offrire risposte concrete: stiamo individuando i luoghi dove accogliere gli studenti; pensando a borse di studio e scambio di professori e studenti con la New York University. Iniziative concrete per raggiungere la finalità di mettere la cultura a fondamento della società”.

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