Rapporto CNEL

E’ stato presentato il rapporto CNEL sul mercato del lavoro 2010-2011. I giovani, sembrano essere la parte della popolazione più colpita, dovuto all’attenuarsi delle garanzie contrattuali.

E’ stato presentato il rapporto CNEL sul mercato del lavoro 2010-2011, realizzato da un gruppo di lavoro diretto dal Prof. Carlo Dell’Aringa,  sui principali temi della fase congiunturale del mondo del lavoro, mediante l’analisi delle trasformazioni strutturali di breve e lungo periodo. I giovani, sembrano essere la parte della popolazione  più colpita, dovuto all’attenuarsi delle garanzie contrattuali.

È usuale che nel corso delle fasi di crisi le opportunità si riducano in misura sensibile per i lavoratori all’ingresso nel mercato, che peraltro risentono di maggiori difficoltà legate alla mancanza di esperienza. Tuttavia, in rapporto alle vecchie generazioni, i giovani si trovano più che mai, ad affrontare un insieme di sfide nel percorso di transizione scuola-lavoro, dove devono affrontare spesso la non rispondenza delle competenze acquisite con quelle richieste dal mercato e, per alcuni di essi, un basso livello di qualifiche.

Il deterioramento della condizione occupazionale dei giovani per effetto della crisi è peraltro segnalato dal ridursi delle possibilità di passaggio ad un’occupazione più stabile. A tal proposito si è osservato ad esempio come negli ultimi anni il tasso di uscita dall’occupazione temporanea si sia decisamente ridotto, in particolare nel passaggio verso l’occupazione dipendente permanente: prima della crisi, quasi il 31 per cento dei giovani con contratto temporaneo passavano l’anno dopo ad un lavoro a tempo indeterminato; questa percentuale è scesa ora a poco più del 22 per cento.

Si è altresì fortemente aggravato il fenomeno dei Neet (not in education or training nor in employment), ovvero coloro che non risultano coinvolti nel mercato del lavoro ma che non stanno nemmeno impiegando il proprio tempo in un processo di formazione.

Se prima della crisi il tasso di Neet si aggirava attorno al 16 per cento tra la popolazione più giovane (16-24 anni) e al 24 per cento per i giovani adulti (25-30 anni), tali percentuali sono rapidamente aumentate, salendo rispettivamente al 18.6 e al 28.8 per cento nel terzo trimestre del 2010.

Con la crisi la condizione di Neet è diventata anche più persistente, dal momento che la probabilità di un giovane di restare nella condizione di Neet (sia esso disoccupato o inattivo) è aumentata.

Dal punto di vista formativo, si conferma il dato che  la crisi sembra aver colpito soprattutto le persone con bassi titoli di studio: mentre infatti gli occupati laureati sono cresciuti di numero (+286 mila persone tra il 2007 e il 2010), gli occupati con titoli di studio modesti (licenza elementare o al massimo il diploma di scuola media inferiore) si sono invece ridotti (887 mila lavoratori in meno nello stesso periodo).

L’emergere di nuove professionalità richieste dal mercato del lavoro, esige una riorganizzazione delle politiche formative. Nei prossimi anni la domanda di lavoro vedrà aumenti maggiori per le professioni qualificate mentre contrazioni della domanda di lavoro caratterizzeranno le qualifiche intermedie degli operai e impiegati.

Il lavoro è stato svolto da Marina Barbini, Fedele De Novellis e Valentina Ferraris. Per scaricare la versione integrale, cliccare  qui per il Rapporto_FINALE_11-7-2011_completo

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