I veri imputati della violenza

Si riapre il dibattito scientifico con il Convegno internazionale The Seville Statement on Violence: twenty-five years later sulla genesi della violenza.

Così come scrisse, Sigmund Freud al fisico Albert Einstein, “questi due fattori, la dimensione culturale dell’uomo e la paura legittima verso le forme che potrebbero rivestire le guerre future,  possono contribuire a porre fine alla guerra. Tuttavia, con quali mezzi, diretti o indiretti ciò si realizzerà, non ci è dato prevederlo.

Esattamente venticinque anni fa, esperti delle scienze cognitive, etologi, linguisti, atropologi e sociologi parteciparano alla stesura  della Dichiarazione di Siviglia sulla violenza in cui si affermava che la violenza non aveva un origine biologico. Si riapre il dibattito scientifico con il Convegno internazionale  The Seville Statement on Violence: twenty-five years later, che si terrà a Roma presso l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) e presso la sede centrale del Cnr, dal 22 al 25 settembre 2011.

Il convegno, che si inserisce nei periodici workshop internazionali del Cica (Coloquios Internacionales sobre Cerebro y Agresión), sarà l’occasione – per gli esperti delle diverse discipline suddette, di confrontare il documento scientifico che si redasse per l’Onu, sotto il patrocinio dell’Unesco con i più recenti studi sul fenomeno della violenza, elaborando nuove idee e linee di ricerca innovative e interdisciplinari.

“‘Nella ‘Dichiarazione di Siviglia’”, spiega Camilla Pagani, ricercatrice dell’Istc-Cnr e organizzatrice del convegno, “si sostiene scientificamente che l’aggressività, la violenza, la guerra non sono necessità biologiche e quindi non sono inevitabili, come è ancora opinione diffusa. Il documento mette in evidenza l’importanza dei fattori socioculturali quali cause fondamentali della violenza e individua nell’educazione l’elemento principale che rende la personalità umana in grado di controllare la propria aggressività”.

Si riconosce che i geni sono implicati, in ogni livello del funzionamento del sistema nervoso, ma costituiscono la base di un potenziale di sviluppo che si realizza pienamente solo in un contesto socio-cultrale ed ecologico.

L’Unesco ha provveduto alla diffusione del documento attraverso una rete internazionale, il cui rappresentante per l’Italia è Francesco Robustelli, ricercatore dell’Istc-Cnr che da anni ha avviato un‘progetto di educazione contro la violenza, attraverso corsi di aggiornamento per insegnanti e seminari nelle scuole, nelle carceri e in alcune sedi della polizia.

“La Dichiarazione di Siviglia rimane un punto di partenza e di riferimento per l’analisi dell’aggressività umana e per l’elaborazione di interventi educativi che concretizzino la speranza di pace”, conclude Pagani ricordando le parole finali del documento: “Così come le guerre cominciano nella mente degli esseri umani, anche la pace comincia nelle nostre menti. La stessa specie che ha inventato la guerra può ‘inventare’ la pace. In questo compito ciascuno di noi ha la sua parte di responsabilità”.

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