Sostenibilità finanziaria degli atenei. Rivediamo i parametri

Audizione presso la VII Commissione Cultura del Senato delle parti sociali in merito al decreto ministeriale sull’efficienza dell’operato degli atenei e relativi criteri di distribuzione delle risorse.

Audizione presso la VII Commissione Cultura del Senato delle parti sociali in merito al decreto ministeriale sull’efficienza dell’operato degli atenei e relativi criteri di distribuzione delle risorse. Ricordiamo che la riforma Gelmini prevede l’emanazione di all’incirca 40 decreti ministeriali, per l’attuazione piena della legge 240/2010.  La Rete29Aprile, associazione nazionale di ricercatori, convocata, tra i gruppi accreditati presso la Commissione, esprime le sue perplessità circa il ruolo eccessivamente accentratore di poteri dell’ANVUR.

L’ANVUR, ente preposto alla valutazione dell’università e della ricerca, per decreto, acquista compiti alieni alla sua natura originaria, richiamando a sé ,la doppia valenza di stabilire le strategie per la valutazione e la verifica delle valutazioni.

Il decreto in oggetto (n. 396) non indica i criteri della valutazione. Spetta all’ANVUR, stabilirli, organo indirettamente, controllato dal MIUR, poiché il Miur sceglie la commissione dei saggi che, a loro volta, scelgono  i membri dell’ANVUR. Da considerare che si tratta di criteri che condizionano i finanziamenti poiché si parla di atenei in grado di gestire la sostenbilità economica. L’ANVUR è stato istituito per valutare l’operato della didattica e della ricerca, non per stabilire i parametri con i quali distribuire le risorse.

Si legge nella relazione della rete29Aprile “A dispetto della presunta terzietà, l’ANVUR viene descritta, nella relazione illustrativa (p. 1), “braccio operativo del Ministero nella valutazione dei risultati raggiunti dalle Università […]”. Da più parti è stata sollevata la critica che la nomina dell’ANVUR da parte del Ministero non fosse opportuna e inficiasse la sua “terzietà”, a vantaggio di un controllo governativo capillare anche sulla ricerca e sulla valutazione della stessa, in pieno contrasto con l’autonomia prevista dalla Costituzione.

Questo passaggio della relazione illustrativa, come “voce dal sen fuggita”, non può che risultare assolutamente allarmante e confermare tutti i dubbi da più parte espressi; non può che essere sorprendente che l’ascoltata (e menzionata, nei decreti) CRUI, dalla quale sarebbe lecito attendersi la massima attenzione sulla tutela dell’autonomia delle università, non abbia fino ad ora segnalato pubblicamente questi aspetti”.

Ci si domanda inoltre,  in che termini l’ANVUR dovrebbe “verificare la sostenibilità economico-finanziaria delle attività”, come previsto dall’art. 4 del decreto. Com’è noto, infatti, l’ANVUR dovrebbe avere il compito di funzionare da ente “specializzato” e indipendente rispetto alla qualità della didattica e della ricerca, ma non appare né vocato né attrezzato per “verificare la sostenibilità economico-finanziaria delle attività”.

Il finanziamento per gli atenei statali dipende dalle dotazioni di risorse decise a livello centrale (per prassi in modo assai tardivo, e comunque con cadenza annuale). Per verificare questo tipo di sostenibilità, dunque, l’ANVUR dovrebbe valutare annualmente la congruità degli stanziamenti a monte del singolo ateneo.

La Rete29Aprile si dichiara fin d’ora pienamente disponibile a collaborare con il Governo, il Parlamento e con tutti coloro che hanno a cuore l’Università pubblica per migliorare il presente DDL sulla base di quanto esposto.

Per leggere la relazione integrale della rete cliccare qui

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  1. C’è poco da rivedere i parametri. Prendiamo atto che un Paese che spende per la difesa tra i 20 e i 30 Mldi e meno di 7 per Università e ricerca produrrà sempre più armi che cultura

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