Selezioni in Rete e il curriculum cambia pelle

L’attività di reclutamento opta per l’online. Il web è il luogo dove i cacciatori di teste hanno dirottato la loro ricerca. Ma i guru dei social network avvertono gli internauti: “postate” con prudenza
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L’attività di reclutamento opta per l’online. Il web è il luogo dove i cacciatori di teste hanno dirottato la loro ricerca. Ma i guru dei social network avvertono gli internauti: “postate” con prudenza
 
di Anna Di Russo

Per trovare lavoro c’è sempre bisogno di un biglietto da visita. Ma dimenticate lettere di presentazione, e-mail e curricula allegati. La parola fine a questo lungo elenco di successi scolastici e titoli di studio la sta mettendo la Rete. E’ questo il luogo dove i cacciatori di teste stanno iniziando a muoversi per reperire informazioni su ognuno di noi. Un viaggio tra messaggi “postati” e “retweettati”, dove il futuro candidato immortala ogni momento della propria vita.

Il candidato ideale è sul web. Come se fosse un oracolo al quale chiedere responso prima di decidere, le grandi multinazionali interrogano la rete sulla presenza dei candidati sul web. Ad aiutarli c’è il cosiddetto “posizionamento” sui motori di ricerca che permette di stilare una classifica, con tanto di nome e cognome, di quanti sono degli assidui frequentatori dei più famosi social network. I social diventano così degli strumenti chiave messi in mano a chi assume: mezzi per poter spiare il candidato in toto, ma anche per poter scovare talenti emergenti. Per questo tra le buone pratiche consigliate c’è sicuramente quella di aggiornare il proprio profilo con foto chiare, ma che nello stesso tempo che ci caratterizzino. <<In base ad una ricerca eseguita da Reppler.com, emerge che il 91% degli addetti alla selezione di risorse umane, si avvale dei Social Network per farsi un’idea, a diversi livelli, delle persone (o dei curricula) che devono esaminare>>, sottolinea Vittorio Maffei, Managing Director di InfoJobs.it. <<Il rischio che si corre – precisa – è che incappino in foto e commenti privati che nulla hanno a che fare con l’esperienza lavorativa del candidato. Gestire la propria presenza online in maniera strutturata e professionale è sicuramente cruciale per qualsiasi professionista>>.

La diversa natura dei social. Nella ricerca delle caratteristiche del candidato, comunque, le aziende sanno che un’importanza strategica l’assume il canale sul quale stanno cercando. Se su Linkedin, ad esempio, gli iscritti sono professionisti o ragazzi laureati e laureandi che stanno cercando lavoro, su Facebook l’età si abbassa e la condivisione la fa da padrona: dallo scambio di video ai post. Ma i cacciatori di teste possono puntare anche su nuove funzionalità, come il “Profilo Professionale Pubblico”, lanciato da InfoJob. <<Gli utenti registrati – precisa Maffei – caricano il proprio curriculum sulla piattaforma e possono candidarsi alle offerte per loro più interessanti. Un modo nuovo di rendersi visibili sul mercato del lavoro, ed aumentare le opportunità di farsi trovare dalle aziende. Il profilo, composto da CV, foto e breve bio, è facilmente e immediatamente condivisibile via mail attraverso un link o sulle pagine dei propri social network, amplificando ulteriormente l’opportunità di far incontrare i propri skills con le offerte del mercato>>.

Twitter  apre le selezioni. Ad autopromuoversi come motori di ricerca lavoro sono gli stessi social network, che hanno intravisto nell’attività di reclutamento un forte potenziale per poter crescere. Che la metamorfosi sia ormai in atto lo dimostra, ad esempio, Twitter che da subito ha aperto una sezione “Twitter per il tuo business”. Il social si presenta come un mezzo per mettere in contatto imprese e clienti in tempo reale e sottolinea come <<le aziende possono usare Twitter per condividere rapidamente informazioni con persone interessate ai loro prodotti e servizi, raccogliere dati di mercato e feedback in tempo reale e costruire relazioni con la clientela, partner e persone influenti>>. Un altro approccio innovativo è rappresentato dalla voce “Reclutamento universitario”, dove in questo caso è proprio il grande colosso di San Fancisco, che ha aperto delle selezioni rivolte a studenti e neolaureati. <<Il nostro team di ingegneri – si legge sul Twitter – sta assumendo massicciamente studenti iscritti all’università, ai master e ai dottorati di ricerca per posizioni a tempo pieno e per stage estivi>>.

Privacy protetta, attenzione a condividere troppo. Ma i candidati come reagiscono a questi imput? Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi che fa meno affidamento sugli annunci aziendali, anche qui il fenomeno di trovare un lavoro sui social network sta prendendo piede. Lo dimostra la grande partecipazione a network quali Linkedin o l’attenzione nel postare su Facebook i propri lavori, le pubblicazioni o gli interventi nei quali si prenderà parte. In fondo si parla sempre di rete di conoscenze, dove però i contatti nascono e vengono coltivati in base ad interessi comuni o pagine condivise.  Ma anche qui è necessario avere consapevolezza nella condivisione dei dati personali e gestire accuratamente la privacy. <<Le informazioni che decidiamo di condividere sul web – consiglia Maffei – soprattutto quelle di tipo personale, devono essere protette o quantomeno accessibili solo a chi riteniamo più opportuno. Occorrerebbe quindi valutare quali contenuti condividere sui diversi canali, evitando di fondere troppo pubblico e privato. Sappiamo bene che il tema della tutela della privacy è un argomento caldo e sensibile. Credo infatti che, per quanto riguardi la ricerca del lavoro, bisognerebbe fare in modo che siano le esperienze lavorative e di formazione a parlare per noi, in profili professionali che ci caratterizzino sì anche attraverso passioni, hobby ed interessi, ma che lascino le foto dei momenti privati con amici e famiglia e i commenti più personali fuori dall’occhio attento di un selezionatore HR>>.

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