Marrelli: l’Università è legalità

“Quando una sola persona commette delle azioni illegittime getta fango su tutti gli altri che stanno facendo il loro dovere”

Università Federico II e Guardia di Finanza. Due istituzioni connesse nei fatti di cronaca degli ultimi giorni contro corrotti e furbetti in fatti che hanno evidenziato un rapporto talvolta promiscuo tra cultura, etica e legalità.

Parliamo con il Rettore Massimo Marrelli dell’inchiesta della Guardia di Finanza partenopea sul gruppo imprenditoriale Ragosta e dei risultati delle prime verifiche sulle false dichiarazioni dei redditi degli studenti universitari federiciani.

L’indagine sulla holding, iniziata due anni fa, ha fatto emergere una storia di riciclaggio, evasione fiscale e corruzione. E’di ieri l’ordinanza restrittiva di 60 persone e il sequestro preventivo di un miliardo di euro tra immobili e conti correnti.
16 mandati di arresto sono per giudici tributari e tra questi figurano docenti della Federico II.
“La magistratura deve fare il suo dovere e fa benissimo ad indagare – ha dichiarato il Rettore – sono profondamente convinto che chiarirà e confermerà l’estraneità ai fatti della prof.ssa Coppola (Paola Coppola, docente di diritto tributario per la quale è scattato il divieto di dimora a Napoli, ndr). Il problema è che quando si tratta di professionisti che lavorano per un’impresa, come fanno questi a sapere che quell’impresa è della camorra? Resta comunque un fatto che infanga anche il nome dell’Università, è quindi importante che si dia altrettanto risalto alle decisioni finali dei giudici, io sono fiducioso”.

Troppi – ma finti – poi gli studenti poveri. Ad un anno dall’ appello in cui il rettore chiedeva “ a coloro che avessero per errore o trascuratezza presentato un ISEE, in qualche modo non veritiero, di voler procedere alla eventuale correzione” soltanto in 70 hanno corretto il tiro.
Da un primo giro di verifiche il 20% delle dichiarazioni sono risultate false e siamo solo agli inizi.
La guardia di finanza ne controllerà mille l’anno.

“La cosa che mi dispiace e che non tanto capisco – commenta Marrelli – è che la differenza tra la prima e l’ultima fascia è di circa 6/700 euro, parliamo di 50 euro al mese che si consumano andando ad un pub. Allora un genitore, perché è sua la responsabilità, mette a rischio se stesso e suo figlio per una birra al pub? La trovo una cosa ridicola e profondamente scorretta”.

“Non si capisce il valore della formazione universitaria – tuona il Rettore – le nostre tasse sono le più basse d’Italia proprio perché siamo in un territorio povero e abbiamo una funzione sociale importante. L’Università è legalità. Bisogna comprendere che quando una sola persona commette delle azioni illegittime getta fango su tutti gli altri che stanno facendo il loro dovere”.
i.b.

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