Dagli occhi dei bebè si capisce perchè piangono

Schermata 2013-02-20 a 17.08.13

Come si fa a capire se vostro figlio di pochi mesi sta piangendo per rabbia, paura o dolore? Molti genitori passano ore a cercare di calmarlo, senza sapere bene cosa fare. Adesso alcuni ricercatori spagnoli hanno scoperto come, trovando nella dinamica del pianto e nei movimenti degli occhi gli indizi chiave, come spiegano in uno studio pubblicato sullo ‘Spanish Journal of Psychology’.

”Il pianto e’ il principale mezzo di comunicazione con cui il bambino esprime emozioni le sue emozioni negative”, spiega Mariano Choliz, ricercatore dell’universita’ di Valencia, che ha descritto i tipi di pianto in 20 bambini tra i 3 e 18 mesi.

”Quando i bambini piangono per rabbia o paura – continua – mantengono gli occhi aperti, mentre quando e’ per dolore li tengono chiusi”. I gesti e l’intensita’ del pianto crescono gradualmente se il bambino e’ arrabbiato. Gli adulti pero’ spesso non riescono a identificare le cause del pianto, specialmente se si tratta di rabbia e paura.

Secondo i ricercatori, il fatto che il dolore sia piu’ facilmente riconoscibile come emozione puo’ avere una spiegazione adattiva, dato che il pianto avvisa di una minaccia potenzialmente seria per la salute o la sopravvivenza e richiede una risposta urgente.

Quando il bambino piange per dolore, l’attivita’ dei muscoli facciali e’ caratterizzata da molta tensione su fronte, sopracciglia e labbra, aprendo la bocca e sollevando le guance, gli occhi sono chiusi e quando li apre e’ solo per pochi istanti. Il pianto inizia subito alla massima intensita’, improvviso e subito dopo lo stimolo doloroso.

Quando invece e’ arrabbiato, tiene gli occhi mezzi chiusi, sia che guardi apparentemente da nessuna parte che verso un punto fisso, la bocca e’ aperta o mezza aperta e l’intensita’ del pianto aumenta progressivamente. In caso di paura invece, gli occhi rimangono aperti quasi tutto il tempo, lo sguardo e’ penetrante, il bimbo muove la testa all’indietro, e il pianto sembra essere esplosivo dopo un graduale aumento di tensione.

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